Ostia, condannato dirigente del Municipio X, il Tribunale: “Tangenti da imprenditori per agevolare pratiche edili”

Ostia, una porzione di litorale di Roma, foto Google Maps

Contenuti dell'articolo

Nel X Municipio di Roma, a Ostia, le pratiche edilizie scorrevano veloci solo per chi pagava. Bastavano tra i 3.000 e i 5.000 euro per ottenere il via libera, un parere favorevole o un ostacolo burocratico rimosso. Gli imprenditori lo sapevano e i funzionari anche.

Sono state pubblicate dal Tribunale penale di Roma di piazzale Clodio le condanne, comprese tra un anno e quattro mesi e sette anni, nei confronti di cinque imputati, tra dirigenti municipali e imprenditori locali, coinvolti nel processo nato dalla vasta inchiesta della procura di Roma su un sistema di tangenti. Tangenti che, tra il 2016 e il 2017, ha interessato il Municipio di Ostia Lido, il X, già commissariato all’epoca per sospette infiltrazioni mafiose. La condanna più severa è stata di sette anni.

Il denaro viaggiava di mano in mano sotto forma di “presenti”, come li chiamavano con disinvoltura i protagonisti delle intercettazioni. Una bustarella, un’offerta “gradita”, e l’edilizia si muoveva a passo spedito, piegando le regole a vantaggio dei soliti noti.

Ostia, un sistema consolidato, tra soldi e favori

La magistratura ha scoperchiato un sistema dove il potere pubblico diventava merce in vendita. I funzionari incaricati di controllare il rispetto delle norme si trasformavano in facilitatori a pagamento. Il prezzo del “servizio” variava a seconda del favore richiesto.

Per una Scia commerciale incompleta, per esempio, bastavano 3.000 euro: pagati in contanti, direttamente ai tecnici del Municipio. Per altri interventi più corposi, il tariffario saliva. L’obiettivo era sempre lo stesso: ottenere ciò che, secondo la legge, sarebbe stato impossibile.

Lo stabilimento di Ostia molto noto e la tangente restituita dai dirigenti del Municipio X

Il caso più clamoroso è quello di un noto stabilimento balneare. Qui, la richiesta di regolarizzazione di alcune strutture abusive – chiusure permanenti su suolo demaniale – trovò la strada sbarrata dal parere negativo del Demanio. Per cercare di ribaltare l’esito, fu elargita una tangente da 5.000 euro, che inizialmente uscì dalle tasche del progettista, poi rimborsata dal titolare del locale.

Il tentativo fallì e il denaro fu perfino restituito, “in attesa di tempi migliori”. Una prassi che racconta quanto fosse rodato il meccanismo: si pagava anche solo per provare a forzare la mano, con la promessa che, se le cose non fossero andate a buon fine, ci sarebbe stato un “rimborso”.

Tutti gli episodi di corruzione censiti a Ostia: silenzio dal Municipio X

La lista delle irregolarità è lunga: due villini realizzati in via Ferroni, con corsia preferenziale concessa grazie a una mazzetta. Abusi edilizi camuffati da lavori in cartongesso in via Fragiacomo. Un vivaio in via Pindaro messo in regola solo grazie a un pagamento sottobanco.

Il copione si ripete, con piccole variazioni: un tecnico che funge da intermediario, un funzionario compiacente, un imprenditore pronto a pagare. Gli atti raccontano di incontri riservati, comunicazioni criptiche e una burocrazia piegata alle logiche del profitto personale.

Condanne lievi, sistema di Ostia intatto?

Nonostante le accuse pesanti – corruzione, abuso d’ufficio, falso – le condanne sono state in gran parte contenute. Un solo imputato ha ricevuto una pena detentiva definitiva (1 anno e 4 mesi), mentre sette persone hanno patteggiato, evitando processi pubblici e sanzioni più gravi.

Le pene, tutte sospese, vanno da dieci mesi a poco più di tre anni. I funzionari coinvolti hanno scelto il silenzio processuale e la via breve della giustizia negoziata. Il sistema, nel frattempo, resta sotto osservazione ma non smantellato.

Ostia come specchio dell’Italia dei favori?

La vicenda di Ostia non è un’anomalia, ma l’ennesima conferma di una prassi diffusa: chi ha denaro e contatti ottiene ciò che vuole, anche a costo di aggirare leggi e vincoli urbanistici. Una burocrazia diventata moneta di scambio, in un clima in cui la legalità è percepita come ostacolo e non come garanzia.

I cittadini assistono impotenti mentre le istituzioni, in teoria al servizio della collettività, si mettono al servizio dei pochi che possono “fare un presente”. Ostia, ancora una volta, diventa paradigma di un’Italia in cui la corruzione è pratica quotidiana, e la giustizia – anche quando arriva – fa poco rumore. Al momento, sulla vicenda non risultano comunicati del Municipio X o del presidente del municipio stesso, Mario Falconi.