Ostia, escrementi umani nella chiesa di San Nicola di Bari: “Un abominio, non semplice vandalismo”
Volevano lasciare un segno che umiliasse. E ci sono riusciti. Nella parrocchia di San Nicola di Bari, a Ostia, qualcuno è entrato di nascosto e ha imbrattato tutto con escrementi umani, arrivando a deturpare persino l’altare, il punto più sacro della chiesa. Un atto che non è solo vandalismo, ma una profanazione a tutti gli effetti, un’offesa volontaria che ha scosso l’intero quartiere.
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L’atto vandalico nella chiesa sempre aperta
L’edificio religioso, che si trova proprio di fronte all’ospedale Grassi, è uno di quei luoghi che non chiudono mai durante il giorno: un punto di passaggio, una pausa silenziosa per chi cerca un momento di preghiera. Ieri pomeriggio, però, quel silenzio è stato spezzato dalla scoperta di una segretaria parrocchiale, che entrando nell’aula liturgica si è trovata davanti uno scenario definito da molti “inimmaginabile”. Immediato l’avviso al parroco, don Cosmo Scardigno, raggiunto mentre erano ancora in corso le prime verifiche. Gli escrementi sono stati trovati in diversi punti della chiesa, persino sull’altare.
La reazione della diocesi non si è fatta attendere. Il cardinale vicario Baldo Reina e il vescovo ausiliare Renato Tarantelli Baccari hanno parlato di una ferita inferta non solo alla chiesa, ma alla fede dei fedeli, definendo l’episodio “un atto di violenza spirituale, non semplice vandalismo”. Parole dure per descrivere qualcosa che va oltre la bravata, visto che c’era l’intenzione di umiliare, di colpire un simbolo. I vertici della diocesi hanno annunciato la celebrazione di una Santa Messa Solenne di Riparazione, invitando i cittadini a partecipare in massa per dare un segnale forte e compatto. Allo stesso tempo, è stato rivolto un appello alle Forze dell’Ordine, affinché vengano individuati i responsabili di quello che la curia definisce un “abominio”.
La reazione di Ostia
A Ostia la notizia ha fatto il giro del quartiere in poche ore. La parrocchia di San Nicola di Bari non è soltanto una chiesa: è uno dei fulcri sociali del territorio, una presenza stabile per pazienti dell’ospedale, volontari, famiglie e persone in difficoltà. La profanazione dell’altare, dove si celebra l’Eucaristia, ha colpito nel profondo i fedeli. In molti hanno parlato di un dolore “fisico”, come se qualcuno avesse violato la casa di un’intera comunità. La Messa di Riparazione diventa quindi non solo un gesto liturgico, ma una risposta collettiva a un atto che lascia dietro di sé rabbia, incredulità e un senso di vulnerabilità.
La chiesa resta aperta, ma con una sorveglianza più attenta. Le indagini sono in corso e puntano a ricostruire i movimenti di chi è entrato martedì pomeriggio. Gli investigatori stanno acquisendo immagini dai sistemi di videosorveglianza della zona e raccogliendo testimonianze utili a identificare i responsabili.