Ostia, il bando estivo traballa: 21 stabilimenti tremano tra inchieste della Procura, sigilli e poca Trasparenza

Ostia, l'area di piazza Cristoforo Colombo, foto generica di Google Maps

Contenuti dell'articolo

Il bando estivo tanto decantato dal Campidoglio per le concessioni balneari di Ostia doveva segnare il ritorno all’ordine sulle spiagge di Roma e del suo litorale e portare una ventata di aria fresca a un totale di 31 lotti tra stabilimenti, ristoranti e spiagge libere. Invece, tra sospensive del bando del Tar, parzialmente rimaneggiate al Consiglio di Stato, graduatorie definitive ancora in bilico, problemi di Trasparenza sul bando e un doppio filone d’indagine della Procura di Roma, la stagione di rinascita del litorale sembra poggiare su fondamenta fragili. Dietro gli ombrelloni, la vera partita è su chi comanda davvero il litorale e con quali regole.

Il “ceffone” del Tar raccontato da Il Nuovo 7 Colli

A certificare le crepe nella trasparenza ci ha pensato il Tar del Lazio per tre volte nelle ultime settimane, come riportato da Il Nuovo 7 Colli: di recente per il bando dei chioschi comunali a Capocotta, i giudici hanno parlato di “poca trasparenza” e imposto al Campidoglio di mostrare le offerte tecniche dei vincitori a una società esclusa, condannando Roma anche al pagamento delle spese legali. È il terzo “schiaffo” in pochi mesi sui bandi estivi del litorale dopo altri due casi. Già altre due volte i giudici avevano imposto sempre di recente al Campidoglio trasparenza assoluta. (primo articolo e secondo articolo). Un segnale politico forte, che mette in discussione il modo in cui l’amministrazione Gualtieri gestisce la pubblicità degli atti e la parità di condizioni tra concorrenti, proprio su uno dei territori più delicati del Lazio.

Tra Tar e Consiglio di Stato: un equilibrio precario

Sullo sfondo resta la grande gara per i 25 stabilimenti, 4 ristoranti e 2 spiagge libere di Ostia, sospesa dal Tar e poi sbloccata in via cautelare dal Consiglio di Stato, che ha permesso al Comune di proseguire con l’apertura delle buste in vista dell’estate. Ma la decisione di merito è ancora attesa e potrebbe ribaltare tutto. Intanto alcuni lotti attendono ancora graduatorie definitive, con stabilimenti storici che restano chiusi o in degrado, mentre gli operatori non sanno su quali certezze investire.

Vecchi nomi, nuove sigle: il dubbio del “ricambio finto”

Intanto dai corridoi della Procura di Roma emergono voci in merito a due indagini sul rischio che dietro a nuovi soggetti formalmente “vergini” si nascondano vecchi gestori, a Ostia. Ben schermati da scatole societarie e prestanome. L’obiettivo dichiarato del bando estivo del Campidoglio sarebbe stato quello di favorire pluralismo, giovani e progetti green. Ma l’accusa ventilata in Procura di Roma è che, in realtà, una parte del sistema si stia semplicemente riorganizzando con altre ragioni sociali. Per i cittadini, l’interrogativo è semplice: il ricambio è reale o è solo un cambio di targhe sui cancelli?

Sigilli, abusi e lidi di lusso sotto inchiesta

Al caos giudiziario si somma poi quello amministrativo: 21 stabilimenti su 30 sono coinvolti in verifiche e accertamenti per presunti abusi edilizi, occupazioni di suolo demaniale, difformità rispetto ai progetti autorizzati. Tra i lidi finiti sotto sigilli ci sono strutture storiche e stabilimenti di lusso, con piscine, spa e aree ristorante sequestrate in piena stagione. In alcuni casi il Tar ha concesso sospensive, in altri le chiusure restano: la fotografia è quella di un litorale dove la regola sembra l’eccezione.

Paura, incendi e l’ombra delle mafie sul mare di Roma

Nel frattempo, c’è chi ha rinunciato a partecipare ai bandi per timore di ritorsioni, tra minacce e roghi sospetti sugli stabilimenti. Ostia porta ancora le cicatrici delle infiltrazioni mafiose, come dimostra il caso dello stabilimento “Aneme e Core”, confiscato e destinato a nuova vita pubblica. Ogni ricorso, sentenza o sequestro non è solo una vicenda di carte bollate: è un tassello della battaglia per riportare legalità, trasparenza e vero interesse pubblico su uno dei tratti di mare più simbolici del Paese.