Ostia, il famoso bar-pasticceria sul Lungomare assegnato senza Trasparenza: nuova sberla (la quarta) del Tribunale al Campidoglio

Ostia, un tratto del Lungomare Toscanelli, foto Google Maps

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Ostia, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha ordinato al Comune di Roma di consegnare integralmente i documenti di gara richiesti da una società arrivata terza per il lotto A.7 nell’ambito del recente bando estivo per la riassegnazione delle concessioni pubbliche. Parliamo del lotto indicato negli atti come “E. M., una famoso stabilimento, bar e pasticceria situato lungo via Lungomare Toscanelli.

Il Comune di Roma – secondo quanto risulta in sentenza – pur avendo detto “sì” all’accesso agli atti, ma solo dopo la presentazione del ricorso giudiziario, secondo i giudici non avrebbe poi materialmente inviato davvero tutte le carte al richiedente. Risultato: ordine di consegna entro 30 giorni e condanna (per il Comune di Roma) al pagamento delle spese legali (1.500 euro).

Si tratta, da parte del Tar del Lazio, della quarta sberla per il Campidoglio in pochi mesi sulla Trasparenza del bando estivo per la rassegnazione delle concessioni pubbliche, che ricomprendono spiagge libere, stabilimenti e locali commerciali, tra bar, chioschi, ristoranti e pasticcerie, come da noi ricostruito in una serie di articoli (articolo 1, articolo 2, articolo 3 e articolo 4).

Che cosa “non si voleva far vedere”

Il punto è semplice: chi ha perso (o è rimasto fuori dal podio) chiede al Campidoglio di vedere verbali, offerte e requisiti dei primi classificati per capire se la gara è stata gestita correttamente. La controinteressata (un colosso locale nella gestione delle concessioni pubbliche capitoline) ha provato a schermarsi parlando di “segreti” e know-how. Ma il TAR dice: non basta urlare “è riservato”. Se davvero c’è un segreto commerciale, lo devi indicare pezzo per pezzo, spiegando perché. Altrimenti prevale la Trasparenza.

Il lotto A.7: dove sta e perché pesa

Qui, del resto, non parliamo di una spiaggia qualsiasi, di un locale commerciale qualsiasi. Il lotto A.7, “E. M.”, è sul Lungomare Paolo Toscanelli, nel cuore di Ostia, in una zona che vive di flussi, stagioni e visibilità.

È uno stabilimento con servizi di somministrazione a dir poco famoso: in rete viene indicato anche come bar/pasticceria e punto di ristoro, oltrechè come stabilimento. Insomma un “pezzo” di lungomare che fa fatturato e influenza il tessuto commerciale attorno. E l’indirizzo ricorre in più fonti come Toscanelli n. civico **/**.

Il copione che si ripete: bandi, stop e ripartenze

Questa nuova decisione del Tribunale non nasce nel vuoto. Il maxi-bando del Campidoglio sulle 31 concessioni ha già vissuto mesi da montagne russe: a marzo 2025 il TAR aveva fermato tutto in via cautelare, poi il Consiglio di Stato ha riaperto la partita permettendo di andare avanti. Tradotto: Ostia è diventata un campo minato tra ricorsi, aggiustamenti in corsa e carte che spesso arrivano tardi (o non arrivano proprio).

L’ombra della Procura e la città che non si fida più

E mentre la politica discute di “rilancio del mare di Roma”, la cronaca racconta altro: la Procura di Roma, secondo quanto riportato da organi di stampa anche nazionali, avrebbe aperto due filoni di indagine—uno su presunti abusi negli stabilimenti, l’altro sulle procedure di gara e le assegnazioni. In questo clima, ogni atto negato o rinviato alimenta il sospetto che a Ostia “cambi tutto per non cambiare niente”. E sullo sfondo restano anche tensioni e roghi che negli ultimi mesi hanno riportato paura e nervi scoperti sul litorale.

Cosa succede adesso: 30 giorni e una domanda politica

Ora il Campidoglio ha un bivio: consegna le carte (davvero, non “sulla carta”) e chiude la partita della trasparenza, oppure rischia l’ennesimo strascico tra nuovi ricorsi e altre figuracce in tribunale. Perché qui il tema non è solo chi si prende un chiosco o un pezzo di arenile: è la fiducia. Ostia è stanca di vedere bandi annunciati come “rivoluzioni” e poi corretti a colpi di ordinanze. E quando i giudici devono intervenire persino per far leggere i documenti, la politica perde due volte: nei palazzi e… sulla spiaggia. (per leggere la sentenza, clicca qui)

Ostia, l’area su cui insiste il bar-pasticceria oggetto della concessione avviata dal COmune di Roma alcuni mesi fa