Ostia, Labubu falsi e griffe taroccate: blitz della della Finanza, 5 denunciati

sequestro guardia di finanza

Sembrano innocui, irresistibili, perfetti per finire su Instagram. In realtà erano falsi e potenzialmente pericolosi. A Ostia i Labubu, i pupazzi da collezione più desiderati del momento, finiscono sotto sequestro insieme a migliaia di altri prodotti irregolari. Un’operazione mirata della Guardia di Finanza che riporta l’attenzione su un fenomeno spesso sottovalutato: la contraffazione che passa dalle mode social e arriva sugli scaffali dei negozi di quartiere.

Ostia al centro dei controlli: oltre 4mila articoli sequestrati

Il blitz è scattato nei giorni scorsi tra Ostia, il X Municipio e parte dell’XI Municipio. I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con il supporto del 6° Nucleo Operativo Metropolitano, hanno passato al setaccio cinque esercizi commerciali al dettaglio. Il bilancio è pesante: oltre 4.000 articoli sequestrati, molti dei quali non conformi agli standard di sicurezza previsti dalla normativa europea e nazionale. Al centro dell’operazione proprio loro, i Labubu falsi, venduti come originali ma privi delle certificazioni necessarie. Accanto ai pupazzi, sono finiti nei verbali anche capi di abbigliamento e accessori contraffatti, oltre a fuochi d’artificio non sicuri.

Labubu, dal fenomeno social al sequestro

Labubu non sono semplici giocattoli. Sono diventati un fenomeno virale globale. Creati dall’illustratore di Hong Kong Kasing Lung e prodotti dal colosso cinese Pop Mart, fanno parte dell’universo “The Monsters”. Hanno un’estetica riconoscibile: denti aguzzi, orecchie lunghe, occhi enormi. Teneri e inquietanti insieme. Venduti in blind box, le scatole misteriose che alimentano il collezionismo compulsivo, sono amatissimi sui social e sfoggiati anche da celebrità. Proprio questo successo li ha resi un bersaglio perfetto per la contraffazione. Versioni taroccate, realizzate con materiali di dubbia qualità, immesse sul mercato senza controlli e spesso destinate anche a bambini.

Secondo quanto emerso dai controlli, molti degli articoli sequestrati non rispettavano i requisiti minimi di sicurezza, rappresentando un rischio concreto per i consumatori. Un aspetto che ha fatto scattare immediatamente i sequestri e l’avvio di ulteriori accertamenti. La Guardia di Finanza sta ora lavorando per ricostruire la filiera distributiva, individuare i canali di produzione e capire da dove arrivasse la merce finita sugli scaffali dei negozi di Ostia.

Denunce per i commercianti coinvolti

titolari degli esercizi commerciali controllati sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato emerse nel corso delle verifiche.

Il sequestro dei Labubu falsi a Ostia racconta molto più di una semplice operazione di polizia economica. Racconta di come le mode nate online possano diventare terreno fertile per traffici opachi, sfruttando l’entusiasmo dei consumatori e la voglia di possedere l’oggetto del momento. E ricorda che dietro un pupazzo “carino” può nascondersi un prodotto illegale, insicuro e dannoso. Stavolta è toccato ai Labubu. Domani, probabilmente, a qualcos’altro. A Ostia, intanto, la Finanza ha acceso i riflettori. E non sembra intenzionata a spegnerli presto.