Ostia, ‘No’ alla sanatoria del Centro Commerciale: il Tribunale conferma la stangata del Ministero

Ostia, l'area di via di Castel Fusano, foto Google Maps

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Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto quest’oggi 7 luglio il ricorso presentato dai proprietari di un edificio a destinazione commerciale situato nella zona di via di Castel Fusano, Ostia, che chiedevano la sanatoria per un manufatto costruito senza i necessari permessi. Il verdetto conferma il parere negativo espresso dal Ministero della Cultura, che ha giudicato l’opera incompatibile con i vincoli paesaggistici e archeologici gravanti sull’area. Il centro commerciale, costruito in una zona di pregio naturalistico e storico, non potrà dunque essere regolarizzato tramite il cosiddetto “condono edilizio”. L’immobile, al momento, risulta sub-affittato a varie e importanti realtà commerciali attive in zona.

Ostia, niente sanatoria per il Centro Commerciale di Castel Fusano

La decisione del Tar si fonda sull’articolo 32 della legge 47/1985, che impone il parere favorevole delle autorità preposte alla tutela del paesaggio per qualunque richiesta di sanatoria in aree sottoposte a vincolo.

In questo caso, il Parco Archeologico di Ostia Antica, braccio territoriale del Ministero della Cultura, aveva espresso un giudizio negativo, ritenendo l’intervento inconciliabile con le caratteristiche ambientali, storiche e archeologiche del contesto.

Il Comune di Roma ha chiarito in giudizio di non poter rilasciare alcun permesso in presenza di un parere negativo da parte dell’autorità competente in materia di vincoli. Il parere del Ministero, dunque, ha assunto carattere dirimente.

Motivazioni ritenute generiche, visti i vincoli attivi a Ostia – via di Castel Fusano

Il ricorso dei proponenti è stato giudicato infondato non solo sul piano sostanziale, ma anche su quello formale. I giudici hanno rilevato come le argomentazioni presentate fossero generiche e prive di una puntuale contestazione delle motivazioni tecniche contenute nel parere negativo.

ricorrenti si sono limitati a riproporre – secondo i magistrati censure già formulate in un precedente giudizio, senza entrare nel merito della valutazione svolta dagli enti competenti.

Inoltre, secondo il Tar, non sono state offerte prove concrete in grado di smentire le valutazioni archeologiche e paesaggistiche del Ministero, né è stata dimostrata una motivazione illogica o irragionevole del provvedimento impugnato.

La zona “H2” e i limiti all’edificazione su Ostia: “Solo edilizia rurale”

Il tribunale ha ricordato come la zona di riferimento, classificata urbanisticamente come “H2”, non sia del tutto inedificabile. Tuttavia, vi è consentita solo una edilizia rurale, con destinazione agricola e in presenza di specifici requisiti, come un lotto minimo di due ettari. L’edificio oggetto di causa non rispetta queste condizioni, né è conforme alle tipologie compatibili con l’area.

Sebbene in precedenti sentenze fosse stato escluso un divieto assoluto di edificazione, ciò non esime dal rispetto delle condizioni paesaggistiche e funzionali richieste. In questo caso, secondo il Ministero, il manufatto presenta un impatto eccessivo, aggravato dalla sua destinazione commerciale e da una morfologia non integrata nel contesto naturale e storico.

Centro Commerciale sotto accusa a Ostia

Uno degli elementi che ha inciso maggiormente nella decisione è stato proprio l’uso previsto per l’edificio: attività commerciali, giudicate incompatibili con l’assetto pianificato dell’area. La zona di Castel Fusano, pur parzialmente compromessa da edificazioni pregresse, conserva un’importanza paesaggistica e archeologica significativa, che la rende meritevole di particolare protezione.

Il tribunale ha evidenziato come l’eventuale condono di altri edifici vicini – spesso residenziali e di tipologia rurale – non costituisca in alcun modo un precedente che possa giustificare una regolarizzazione automatica per nuove costruzioni con caratteristiche diverse.

Sentenza definitiva, ma resta un’ultima strada

Il Tar ha dunque chiuso la partita, almeno in primo grado. Tuttavia, per i ricorrenti resta ancora la possibilità di appellarsi al Consiglio di Stato, chiedendo il riesame della decisione. Un’eventualità che potrebbe riaprire il caso, anche se la sentenza del Tar appare ben motivata e fondata su criteri consolidati di diritto amministrativo.

Nel frattempo, il parere del Ministero e la sentenza del tribunale rafforzano la linea di tutela rigorosa delle aree vincolate, in particolare in un contesto come quello di Ostia, dove il conflitto tra espansione urbanistica e salvaguardia del patrimonio ambientale e archeologico resta acceso.

Ostia, l’ingresso al Parco Archeologico di Ostia Antica, centro nevralgico della frazione di Roma Capitale