Ostia, operaio cade dal quinto piano e muore: stava rifacendo la facciata al condominio

Un nuovo dramma del lavoro ha scosso la capitale. In via Mare di Tasman, all’altezza del civico 15, un operaio romeno di 53 anni è precipitato dal quinto piano del palazzo in cui stava lavorando. L’uomo, impegnato in un cantiere di ristrutturazione, stava intervenendo sulla facciata esterna quando, per cause ancora in fase di accertamento, ha perso l’equilibrio ed è caduto nel vuoto. L’impatto, avvenuto dopo un volo di oltre venti metri, è stato fatale.
I soccorsi immediati e l’intervento dei carabinieri
L’allarme è scattato immediatamente grazie ai colleghi presenti in cantiere, che hanno assistito sgomenti alla scena. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare: le ferite riportate nella caduta si sono rivelate letali. Accanto ai medici, sono arrivati i carabinieri della compagnia di Ostia che hanno transennato l’area e avviato le prime verifiche per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Le prime ipotesi sulla dinamica
Secondo le informazioni emerse nel documento comunale, l’uomo potrebbe aver perso l’equilibrio dopo essersi sporto da un balcone, forse a causa di un malore improvviso. Non si esclude però che vi siano state criticità nelle misure di sicurezza adottate. Gli investigatori stanno esaminando la posizione dell’impalcatura e delle protezioni previste, cercando di capire se tutte le procedure fossero rispettate. Un’inchiesta più approfondita cercherà di stabilire con esattezza se la tragedia sia stata frutto di una fatalità o se invece siano emerse negligenze nella gestione del cantiere.
Il cantiere e i lavori di ristrutturazione
Il palazzo interessato dai lavori è un edificio residenziale che necessitava da tempo di interventi di manutenzione straordinaria sulla facciata. La ditta incaricata, regolarmente iscritta e operativa nel territorio romano, stava portando avanti le opere di restauro esterno con ponteggi e piattaforme. La caduta è avvenuta in un momento in cui l’operaio si trovava in una zona di passaggio tra i balconi e le impalcature, punto ritenuto critico dagli stessi tecnici che ora stanno effettuando i rilievi.
Una scia di morti sul lavoro a Roma
La tragedia di Ostia si inserisce in un quadro drammatico che vede Roma segnata da una sequenza impressionante di incidenti sul lavoro. Meno di ventiquattro ore prima, un altro lavoratore, Daniele Cucchiaro, 47 anni, aveva perso la vita a causa di un muletto ribaltatosi mentre veniva caricato su un camion lungo la banchina del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa. Due vittime in due giorni rappresentano un campanello d’allarme inquietante per il sistema della sicurezza nei luoghi di lavoro, che mostra ancora fragilità evidenti.
La questione sicurezza nei cantieri
Il documento comunale mette in rilievo la necessità di controlli più stringenti nei cantieri cittadini. I ponteggi, le linee vita e le cinture di sicurezza dovrebbero garantire la protezione degli operai anche nelle situazioni più rischiose. Tuttavia, ogni nuovo incidente sembra indicare falle nell’applicazione pratica delle normative, nonostante la severità delle disposizioni vigenti. La morte di Ostia diventa così non solo un fatto di cronaca nera, ma anche il simbolo di una battaglia ancora aperta per la tutela dei lavoratori.
Una ferita aperta per la comunità
La morte dell’operaio romeno lascia un segno profondo non solo nei familiari e nei colleghi, ma anche nella comunità locale, che assiste impotente a un’ennesima tragedia consumata in un luogo di vita quotidiana. Ostia, già segnata da altre vicende complesse, si ritrova a piangere un lavoratore che, fino a pochi istanti prima, stava contribuendo al decoro e alla manutenzione del quartiere.