Ostia, polemica sulla “Casa della Cultura Gigi Proietti” tra degrado e promesse di finanziamenti

A sinistra, l'ex mercato di San Fiorenzo di Ostia, a destra l'assessore Calcerano

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Un progetto annunciato in pompa magna, un milione di euro di finanziamento sbandierato come rinascita culturale, un polo di aggregazione e creatività dedicato a Gigi Proietti che avrebbe dovuto cambiare il volto di Ostia. Ma, a distanza di anni, la realtà è ben diversa: la Casa della Cultura resta chiusa, vandalizzata, circondata dal degrado. Un monumento all’immobilismo politico e amministrativo.

Ostia e l’eterno cantiere della cultura

I locali dell’ex mercato San Fiorenzo, destinati a diventare un centro di coworking, studio e scambio intergenerazionale, sono ancora oggi un guscio vuoto. Porte serrate, lavori interrotti, atti vandalici e una lunga lista di promesse mai rispettate. È così che un progetto pensato come simbolo di rilancio si è trasformato nell’ennesima occasione mancata per il litorale romano. Le aree verdi che circondano la struttura – dal Parco Gianni Rodari al Parco della Vittoria, fino alla duna di via Oletta – sono anch’esse lasciate all’incuria. Ostia, invece di essere rilanciata come polo culturale, continua a collezionare ferite urbane.

Tra fondi annunciati e lavori fantasma

L’assessore Massimiliano Smeriglio ha annunciato recentemente un investimento di un milione di euro. Ad oggi l’iter , però, resta fermo, i lavori di manutenzione inesistenti, gli appalti nebulosi. Nel frattempo, il municipio ha deciso di convocare un consiglio straordinario su richiesta del Movimento 5 Stelle, che accusa senza mezzi termini: “Per colpa dell’inerzia del X Municipio e della mancanza di una visione del sindaco Gualtieri, la Casa della Cultura sprofonda nel degrado”. I pentastellati parlano di commissariamento politico mascherato, con decisioni accentrate dal Campidoglio e il rischio che il progetto diventi l’ennesimo strumento di propaganda.

Un territorio ostaggio dell’abbandono

La vicenda dell’ex mercato non è un caso isolato. I cittadini denunciano un territorio disseminato di spazi inutilizzati o degradati: il Parco della Vittoria ridotto a un deserto di alberi morti, il Gianni Rodari chiuso con una catena, la duna di via Oletta in abbandono, l’ex bar di via Grimaldi inutilizzato e persino immobili occupati in via Poggio di Venaco. La Casa della Cultura, che avrebbe dovuto essere un faro di rinascita, rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto.

Le polemiche politiche e il rischio strumentalizzazioni

Sul futuro della struttura si scontrano visioni opposte. Da una parte il M5S che denuncia immobilismo e mancanza di chiarezza sui fondi PNRR; dall’altra Fratelli d’Italia, attraverso la consigliera capitolina Mariacristina Masi che teme un epilogo già scritto: “Non vogliamo che diventi l’ennesimo centro sociale politicizzato. Ostia ha bisogno di uno spazio libero, inclusivo, davvero al servizio della comunità”.

La verità, intanto, è che i cittadini aspettano risposte concrete e non nuove promesse. Dopo anni di annunci e rinvii, la Casa della Cultura intitolata a Gigi Proietti resta un simbolo di politica inconcludente e di degrado urbano.

Un’occasione da non sprecare

Se quel milione di euro non verrà trasformato in fatti, Ostia perderà un’altra opportunità di riscatto. Il litorale romano non può permettersi ulteriori ferite: servono decisioni rapide, trasparenti e una gestione che metta davvero al centro i cittadini. Perché la cultura non può restare un cartellone elettorale. E Ostia, tra promesse non mantenute e spazi abbandonati, non merita l’ennesimo fallimento.