Ostia, sotto sequestro un altro stabilimento balneare: chiuso il Capanno (FOTO E VIDEO)

Sequestrato Stabilimento balneare Capanno Ostia

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Sigilli a un altro stabilimento a Ostia. Brutta sorpresa per i bagnanti del “Capanno”, a piazzale Magellano. Malgrado l’abbonamento non hanno infatti potuto accedere alle loro cabine e ombrelloni. L’ingresso chiuso, il cartello messo poco prima dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale. “Manufatto sottoposto a sequestro”.

Sequestrato il Capanno a Ostia: un altro stabilimento chiuso sul lungomare

Sembra essere un’estate all’insegna dei sigilli, questa. Pochi giorni fa il “Venezia”, ora tocca al celebre stabilimento “Capanno”: in entrambi i casi la Guardia di Finanza, coadiuvata dalla Polizia Locale X Mare, è intervenuta su delega della Procura di Roma per presunti abusi edilizi e violazioni del codice della navigazione. Ma mentre al “Venezia” il gestore invoca sanatorie ludiche, al Capanno si spengono ombrelloni e si bloccano ingressi, lasciando bagnanti e lavoratori spiazzati tra proteste e incertezze.

Gli agenti hanno posto sotto sequestro la struttura già nelle prime ore del mattino. Cartelli affissi, cabine e ombrelloni inaccessibili anche per chi aveva già pagato l’abbonamento, suscitando delusione tra i bagnanti. Lo stabilimento era stato inserito nell’ambito di una serie di controlli mirati a verificare conformità edilizia e legittimità urbanistica.

La lunga lista degli stabilimenti irregolari

Non si tratta di un caso isolato. Il Capanno si aggiunge a una lista già lunga – Mariposa, Peppino a Mare, Bungalow, Bettina e Venezia – di strutture finite nel mirino per difformità edilizie tra progetto approvato e costruito. Nel lido “Venezia”, per esempio, è stato contestato l’inserimento di porte in posizioni non indicate e alterazioni strutturali ritenute marginali dal concessionario. Ma la Procura le considera non sanabili senza la conferenza dei servizi.

L’effetto domino su lavoratori e bagnanti

Al “Venezia” sono rimasti senza lavoro circa 40 dipendenti, come ha riferito amareggiato il titolare Ruggero Barbadoro, che sottolinea di aver ottenuto una sanatoria per modifiche risalenti al 2002. “Sgomberate le cabine e il ristorante, rimane il danno peggiore: il blocco per i lavoratori e gli abbonati” ha dichiarato all’Adnkronos.

Anche al “Capanno” lo scenario è analogo: accesso vietato, ordinanze applicate, frequenze sospese. La Polizia Locale e la Finanza hanno agito in tutela del demanio pubblico, ma tra la gente c’è sconcerto e protesta.

E adesso?

Questa serie di sequestri arriva dopo un’azione congiunta tra Comune e Procura, per assicurarsi che le concessioni balneari rispettino regole urbanistiche e demaniali. Ma il rovescio della medaglia è evidente: strutture chiuse, posti di lavoro perduti, e un’estate “off limits” per chi aveva già programmato settimane al mare.

I gestori del “Venezia” promettono battaglia legale e chiedono che le modifiche già approvate valga la regolarizzazione. Nel frattempo, al Capanno e negli altri litorali, si resta nel limbo. Dato che non è prevista restituzione immediata delle attività, le famiglie, i lavoratori e gli abbonati attendono un segnale da chi di dovere mentre la stagione balneare avanza senza le tradizionali voci di vita estiva.

(Foto e video di Eugenio Landi)

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