Ostia, stabilimento stravince in Tribunale su Campidoglio e Municipio: “Il Canone è troppo alto”

È arrivata una sonora sconfitta per Roma Capitale e il Municipio X di Ostia: la società Nuova Pineta s.r.l., titolare dello storico stabilimento balneare sul Lungomare Lutazio Catulo, ha vinto una causa al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Con la sentenza n. 10734/2025, pubblicata quest’oggi, la sezione Quinta Ter ha accolto integralmente il ricorso dell’impresa, annullando l’ordine di introito relativo al canone demaniale marittimo per il 2023.
Al centro della contesa, l’aggiornamento dei canoni stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tramite il decreto n. 321 del 30 dicembre 2022. Il decreto imponeva un incremento del 25,15%, ritenuto dalla società “illegittimo” e in violazione delle norme di legge.

Il nodo del decreto ministeriale incide su Ostia
Secondo quanto accertato dal Tar, il Ministero avrebbe utilizzato un indice statistico non previsto dalla legge per calcolare l’aumento dei canoni: anziché applicare la media tra i prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e i valori per il mercato all’ingrosso — come impone l’art. 04 del d.l. n. 400/1993 — l’amministrazione ha fatto riferimento all’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali.
Un cambio non solo tecnico, ma sostanziale, come sottolineato dallo stesso Istat in una nota del 3 ottobre 2023. L’Istituto ha confermato che i panieri utilizzati per i due indici fanno riferimento a beni completamente diversi. La sostituzione, quindi, non può essere considerata una semplice variazione metodologica, ma una violazione dell’impianto normativo.
Una scelta politica ignorata su Ostia
Il Tribunale ha richiamato con fermezza il principio di legalità: l’amministrazione non può sostituire di propria iniziativa criteri stabiliti dal legislatore. La scelta di quali indici adottare è, secondo la sentenza, “espressione di una determinata valutazione politica” e solo il Parlamento ha il potere di modificarla.
Nessuna norma nazionale o europea ha mai autorizzato il cambiamento operato dal Ministero. Al contrario, il decreto impugnato risulta privo di fondamento legale. L’Istat, pur avendo abbandonato alcuni indicatori per finalità statistiche, non ha mai imposto alcuna sostituzione nell’ambito delle concessioni demaniali. Un errore che ha reso l’intero provvedimento ministeriale annullabile, con effetto erga omnes.
La forza del precedente
La decisione del Tar si inserisce in un filone giurisprudenziale già consolidato: sentenze analoghe erano state pronunciate il 28 aprile 2025 (n. 8255) e il 30 aprile 2025 (n. 8391), entrambe contro l’utilizzo dello stesso indice alternativo. Ma con la pronuncia del 2 gennaio 2025 (sentenza n. 13), lo stesso Tribunale aveva già annullato il decreto ministeriale in oggetto, aprendo la strada ai ricorsi da parte degli operatori del litorale.
La Nuova Pineta s.r.l. aveva già avviato il procedimento giudiziario con ricorso del 2023, denunciando l’iniquità dell’aumento dei canoni. La prima pronuncia del Tar (sentenza n. 9501 del 14 maggio 2024) era stata annullata in parte dal Consiglio di Stato il 26 febbraio 2025 (n. 1689), riaprendo i giochi e consentendo la riassunzione del giudizio, poi definitivamente chiuso in favore della società.
Una vittoria simbolica per i balneari di Ostia
Con questa sentenza, il Tar ha sancito un principio che rischia di avere un effetto domino: qualsiasi canone demaniale aggiornato sulla base del decreto ministeriale annullato è giuridicamente invalido. Non si tratta solo della vicenda di uno stabilimento balneare di Ostia, ma di un possibile terremoto nei rapporti tra lo Stato e i concessionari delle spiagge in tutta Italia.
Il Tribunale ha disposto l’annullamento dell’ordine di pagamento del canone per il 2023 nei confronti della Nuova Pineta s.r.l. e ha stabilito la compensazione integrale delle spese di lite, riconoscendo la novità e la complessità della questione.
Il contesto politico-amministrativo
Il caso si inserisce nel contesto più ampio di tensioni tra enti locali e operatori turistici, già acuite dalla questione delle concessioni balneari e dal dibattito sull’applicazione della direttiva Bolkestein. Il Municipio X e Roma Capitale, promotori del provvedimento contestato con la delibera del 24 ottobre 2022 e la successiva determinazione dirigenziale del 28 ottobre 2022, dovranno ora rivedere i propri atti, adeguandosi alla sentenza.
La partita legale sembra tuttavia destinata a non chiudersi qui. Altri concessionari potrebbero seguire l’esempio della Nuova Pineta s.r.l., impugnando analoghi ordini di introito. Intanto, a Ostia, la battaglia l’ha vinta la spiaggia.