Ostiamare, Di Paolo risponde a Falconi: ‘L’unico che ha mantenuto gli impegni per cercare di salvare la squadra sono io”

Roberto Di Paolo Ostiamare

Tre anni di nulla, se non parole che ora, alla luce di una nota stampa attraverso la quale Mario Falconi dice la sua sull’Ostiamare, appaiono come una finta solidarietà. Il presidente del X Municipio sembra scoprire solo adesso che la principale squadra di calcio del territorio è una realtà importante, non solo per i “grandi” della serie D, ma anche e forse soprattutto per i bambini, che nell’impianto di via Amenduni a Ostia avevano trovato un luogo dove sfogare la loro passione per lo sport, ma anche dove crescere in modo sano, lontano dalle brutte tentazioni della strada.

“Per anni ho chiesto al Municipio e quindi anche a Falconi di aiutarmi a trovare una soluzione per risolvere dei problemi che non avevo creato io”, spiega Roberto Di Paolo, ex presidente dell’Ostiamare. Che ora si ritrova a essere accusato – prima dall’assessore allo sport del Comune di Roma Alessandro Onorato, ora dal minisindaco di Ostia Mario Falconi – di voler mollare lasciando 400 atleti senza campo e senza possibilità di fare sport.

“Falconi – spiega Di Paolo – sembrava mi avesse ascoltato. È stata la prima persona che ho incontrato, dopo che le porte dello stadio sono state chiuse. Poi è sparito per un periodo di tempo. È quindi venuto al campo insieme ad alcuni consiglieri, tra cui Alessandro Aguzzetti e Monica Picca. In quelle occasioni mi aveva detto che avevo ragione. Era poi venuto con un suo consulente, grosso professionista, il quale vedendo tutte le carte, aveva detto davanti a Falconi e ai consiglieri: ‘Questa è proprio una bella truffa’. Ma malgrado tutte queste belle frasi non è stato fatto nulla di concreto per risolvere la situazione. Sono quindi allucinato nel leggere le sue parole, assolutamente non corrispondenti al vero”.

“Datemi la possibilità di mantenere gli impegni”

“Io sono una persona seria. Ma non posso di certo fare miracoli”, prosegue l’ex presidente. “E soprattutto non posso prendermi denunce per abusi fatti da qualcun altro, che oltretutto se l’è sempre passata liscia. Per questo ho chiesto di toglierci la responsabilità penale e di darci tempo fino a giugno: non volevamo altro, avremmo mantenuto tutti gli impegni. Non vogliamo abbandonate nessuno. Stiamo pagando per danni fatti in passato da chi c’era prima. E si vuole scaricare la colpa su di noi. Vorrei ricordare che a breve la concessione a favore della mia società scadrà e tutto quello che abbiamo risistemato resterà di proprietà del Comune, con un valore di gran lunga superiore a quanto preso nel 2022, malgrado l’inattività dei tre anni precedenti”.

Di Paolo è amareggiato. “Dov’era il presidente in questi anni, visto che ci teneva tanto allo sport e a questi ragazzi? Cosa ha fatto di concreto per l’Ostiamare, oltre alle chiacchiere, visto che diceva che si sarebbe impegnato? Non ha mai provato a proporre una soluzione fattiva. Un paio di mesi fa, durante uno dei nostri incontri, aveva garantito che mi avrebbe fatto avere un incontro con il sindaco Gualtieri: promessa non mantenuta. E adesso parla di rispetto degli impegni? Qui l’unico che ci ha messo impegno, finora, sono io. Ho fatto infinite proposte, ma evidentemente non ho i giusti santi in paradiso”.