Pacchetto sicurezza: da chi ruba facendosi scudo della gravidanza ai “gretini” che bloccano il traffico

Via libera del Consiglio dei ministri ieri a un nuovo “pacchetto sicurezza”. Le misure che hanno ottenuto il disco verde sono le norme che introducono più tutele per le forze dell’ordine, oggetto di violenza o lesioni, un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri, il contrasto alle occupazioni abusive con procedure lampo per la liberazione degli immobili, la stretta alle truffe nei confronti degli anziani, oltre a misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori. “Il governo ha predisposto un importante pacchetto di norme, misure concrete tutte orientate e finalizzate a valorizzare il ruolo degli operatori dei comparti sicurezza e difesa e del soccorso pubblico” dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Occupazioni abusive, da 2 a 7 anni e procedure-lampo
Nel pacchetto sicurezza introdotto un nuovo delitto che punisce conla reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui o impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Per rendere più efficace questa norma vengono introdotte due misure. La prima prevede una causa di non punibilità per l’occupante che collabora all’accertamento dei fatti e lascia volontariamente l’immobile occupato. Nella seconda viene disciplinato un apposito procedimento, molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto. Nei casi urgenti prevista la possibilità che la liberazione/restituzione dell’immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia.

Misure anti-borseggio e sanzioni per chi impiega minori nell’accattonaggio
Ok anche a misure anti-borseggio, anti-accattonaggio dei minori. Per quanto riguarda le norme che vanno a colpire i borseggiatori il questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi. Si introduce, inoltre, una norma per sanzionare chi impiega minori nell’accattonaggio. Alle norme già previste per punire chi organizza o favorisce quest’attività, si aggiunge una specifica norma per punire chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni invece di mandarlo a scuola o lo costringe con la violenza o la minaccia.
Usano la condizione di maternità per sfuggire alla punizione
Quanto alla stretta sulle detenute madri, si prevede un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà la recidiva. Poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli. ”C’è questo fenomeno dell’utilizzo della condizione di maternità come esimente in caso di commissione di reato” dice il ministro dell’Interno.
Rivolte nelle carceri, pene più severe
Si introduce un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa a una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Sono previste apposite aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi. Un’ulteriore fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti. Abbiamo previsto, aggiunge il ministro dell’Interno Piantedosi, “un inasprimento della pena per chi istiga alla disobbedienza in materia di ordine pubblico se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario”, l’introduzione del ”reato di rivolta in istituto penitenziario”.
Da 1 a 6 anni per chi organizza rivolte nei centri di immigrati irregolari
Riguarda anche la ”rivolta organizzata all’interno della struttura di trattenimento per migranti irregolari”. Si tratta di strutture diverse dagli istituti penitenziari, ha spiegato, ma che ”hanno in qualche modo ambienti assimilabili”. Introdotta, spiega, ”la pena da uno a sei anni per condotte analoghe a quelle della rivolta nell’istituto penitenziario anche per condotte commesse nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti”. ”Non vuole essere una misura manifesto ma spesso si sono registrate situazioni che hanno messo addirittura a repentaglio” la vita degli stessi ospiti di questi centri, ha detto.
Finalmente colpiti i gretini dei blocchi stradali
Il pacchetto sicurezza del governo interviene anche sul fronte dei blocchi stradali. La norma attualmente in vigore punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Il provvedimento approvato stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti particolarmente offensiva e allarmante sia per la presenza di più persone sia perché promossa e organizzata preventivamente. “La norma ha previsto l’elevazione a delitto dell’illecito amministrativo per chi fa il blocco stradale da sei mesi a due anni se il fatto è commesso peraltro da più persone che sono riunite” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.