Pandemia, 2.436 contagi, con un terzo di tamponi in meno, 57 morti e positività all’1%

vaccino reithera

Sono 2.436 i nuovi casi di covid riscontrati oggi in Italia dopo l’analisi di 238.632 tamponi, con l’indice di positività all’1%. Nelle ultime 24 ore si registrano 57 morti, in calo rispetto ai 73 di ieri, che portano il totale delle vittime a 126.472 da inizio pandemia. Diminuiscono ancora i ricoveri in terapia intensiva, 788 (-48 da ieri), 5.193 sono i ricoveri ordinari (-295 da ieri), 3.908.312 i guariti (+7.200) e 195.369 gli attualmente positivi (-4.823). Questo il bollettino odierno sui contagi covid reso noto dal ministero della Salute.

Nel Lazio i contagi aumentano, 9 i morti

“Oggi su oltre 11mila tamponi nel Lazio (-252) e quasi 16mila antigenici per un totale di quasi 27mila test, si registrano 210 nuovi casi positivi (+13), i decessi sono 9, i ricoverati sono 750 (-47). I guariti sono 1092, i pazienti in terapia intensiva sono 126 (-2). Il rapporto tra positivi e tamponi è all’1,8%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende allo 0,7%. I casi a Roma città sono a quota 93”. Lo comunica in una nota l’assessore alla Sanità e integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, sottolineando che l’incidenza dei casi di Covid-19 e l’Rt sono ormai “da zona bianca’. Nelle province si registrano 73 casi di Covid-19 e zero decessi nelle ultime 24 ore.

Nel Lazio “sono state superate 3,6 mln di somministrazioni. Più di 1 adulto su 2 ha ricevuto almeno la prima dose e 1 su 4 ha terminato il percorso vaccinale. Entro il 27 luglio tutti gli assistiti del Lazio avranno avuto almeno una dose”. Lo annuncia l’assessore alla Sanità e Integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, nel bollettino epidemiologico quotidiano.

L’Iss: col vaccino i rischi diminuiscono

“I rischi di infezione da Sars-CoV-2, ricovero, ammissione in terapia intensiva e decesso diminuiscono rapidamente” nelle persone vaccinate. “Dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dalla somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione di questa riduzione che è di circa l’80% per il rischio di diagnosi, il 90% per il rischio di ricovero e di ammissione in terapia intensiva e il 95% per il rischio di decesso”. E’ quanto emerge dal secondo report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sull'”Impatto della vaccinazione Covid-19 sul rischio di infezione da Sars-CoV-2 e successivo ricovero e decesso in Italia”. Il report si riferisce a circa 14 milioni di vaccinati con almeno una dose, quasi un quarto della popolazione italiana.

Gli effetti dei vaccini sono “simili sia negli uomini che nelle donne e in persone in diverse fasce di età. Anche per gli operatori sanitari e per gli ospiti delle RSA si osservano riduzioni di ricovero simili”. Non solo. “A partire dai 105-112 giorni dalla vaccinazione si osserva una ulteriore riduzione del rischio di diagnosi, con un effetto simile negli uomini, nelle donne e in persone in diverse fasce di età. Al momento non vengono rilevati aumenti nel rischio di diagnosi nei periodi di osservazione più lunghi dopo la vaccinazione, questo suggerisce una protezione protratta nel tempo”, evidenzia il report.