Pandemia, ora preoccupa il Long Covid. E oggi oltre 38mila contagi e ancora 115 morti

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Sono +38.507 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore in Italia e 115 morti. E’ quanto emerge dai dati aggiornati sui contagi. Sono + 265.647 i tamponi effettuati e il tasso di positività è al 14,5%. In calo i ricoverati con sintomi che sono in totale 7.907 (-251) mentre i pazienti in terapia intensiva sono in lieve aumento +7 per un totale di 341 con 44 ingressi del giorno.

Nel Lazio meno casi, stabili i decessi e i ricoveri

“Oggi nel Lazio su 6.571 tamponi molecolari e 19.859 tamponi antigenici per un totale di 26.430 tamponi, si registrano 3.431 nuovi casi positivi (-398), sono 7 i decessi (=), 820 i ricoverati (-41), 51 le terapie intensive (+1) e +4.118 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 12,9%. I casi a Roma città sono a quota 1.713″. Lo comunica in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, riportando il bollettino aggiornato dei dati Covid-19.

Galli: il Long Covid è una realtà

“Stanno emergendo con sempre maggiore chiarezza le evidenze sul diffuso fenomeno del Long Covid. Io stesso ne ho esperienza personale. Tutto questo mi fa sostenere, con convinzione, che sbaglia profondamente chi sostiene che se ci si infetta con Omicron non è poi così grave. Questo virus è meglio non incontrarlo”. A dirlo all’Adnkronos Salute è Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in merito ai nuovi dati, evidenziati da uno studio cinese pubblicato su ‘The Lancet Respiratory Medicine’, che indicano, a 2 anni dall’infezione, la presenza di almeno un sintomo nel 55% degli ex ricoverati.

Non è vero che Omicron non è poi così grave

“Non è detto che questo risultato possa essere esattamente trasposto alla nostra casistica italiana – osserva Galli -. Ci sono evidentemente tanti aspetti da approfondire. Ma la lezione da tenere in considerazione, in assoluto, è che questa infezione ha ancora molti lati da chiarire. E dunque meglio non prendersela”. “Oggi non siamo ancora riusciti a venire a capo dei meccanismi implicati nel fenomeno del Long Covid – aggiunge l’infettivologo – e di quando si potrebbe e dovrebbe fare per il contenimento, la cura e la gestione di questo tipo di problematiche. Bisogna sicuramente fare i conti con questo elemento anche a livello di organizzazione dell’assistenza”.