Paola Concia consulente di Valditara: proteste nel centrodestra, lei replica: “Vomitano odio”

“Bisogna avere pazienza, domani avranno qualcos’altro su cui vomitare odio”. Lo scrive su Twitter Anna Paola Concia a seguito delle critiche ricevute dopo la nomina, da parte del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, a coordinatrice del progetto di educazione affettiva nelle scuole. “Mah… resto sempre piu’ perplessa di questa isteria”, aggiunge Concia in un altro commento sempre su X.

La scelta di Anna Paola Concia, attivista lgbt ed ex deputata del Pd, per il progetto ‘Educare alle relazioni’ promosso dal ministero dell’Istruzione e del merito, ha provocato sorpresa e resistenze anche nella maggioranza di centro destra e fra organizzazioni che promuovono una visione tradizionale della famiglia.

Eppure la scelta del ministro Giuseppe Valditara di nominare tre donne diverse ma pronte a collaborare come suor Anna Monia Alfieri, Paola Zerman e la stessa Concia, era partita con una dichiarazione comune di buona volontà delle tre prescelte. “Abbiamo accettato di metterci al servizio di un progetto equilibrato, serio e utile per le ragazze e i ragazzi, basato sul dialogo. A partire da noi tre, tre donne così diverse”, hanno detto.

Suor Monia Alfieri difende Paola Concia: “Non politicizzate la questione

“Paola Concia non coordina il progetto ministeriale Educare alle relazioni, è una fake news: tutte e tre abbiamo lo stesso ruolo. Solo non politicizzando la questione riusciamo a contrastare la violenza”. Lo ha dichiarato suor Anna Monia Alfieri, intervenuta a “ZTL”, programma condotto da Francesco Borgonovo su Radio Giornale Radio.

“Il progetto prevede la creazione di gruppi di discussione che hanno come protagonisti i ragazzi, con la moderazione del docente di classe che sarà formato da Indire, con materiale fornito dall’Ordine degli psicologi e dei pedagogisti. Fondamentale sarà il ruolo delle famiglie, a cui spetta il compito di raccordare le modalità di attuazione del progetto. Paola Concia, Paola Zerman e io abbiamo il ruolo di garanti affinché questo modello sia nelle linee indicate dal ministro. Questo progetto non si occupa di Lgbt e gender, non porterà questi temi nelle scuole, voglio essere chiara – ha aggiunto suor Alfieri -. Si tratta di aiutare le ragazze ad avere piena consapevolezza di sé stesse, aiutare i ragazzi al rispetto della donna e al contrasto della violenza. Dobbiamo aiutare i ragazzi a misurarsi con il no e con il rifiuto. Di fronte al primo no e al primo fallimento reagiscono in modo violento e spropositato. Questo è un problema educativo, non sociopolitico. Lancio un appello a tutti i politici: liberate le scuole e non fate pagare alle famiglie la libertà di scelta educativa”.