Papa Francesco lancia l’allarme: un cristiano su sette è perseguitato per il suo credo

persecuzione dei cristiani (2)

“La pace esige che sia riconosciuta universalmente la libertà religiosa. E’ preoccupante che ci siano persone che vengono perseguitate solo perché professano pubblicamente la loro fede e sono molti i Paesi in cui la libertà religiosa è limitata”- Lo ha ammonito il Papa ricevendo il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Circa un terzo della popolazione mondiale vive in questa condizione. Insieme alla mancanza di libertà religiosa, vi è anche la persecuzione per motivi religiosi. Non posso non menzionare, – denuncia Bergoglio dati alla mano – come alcune statistiche dimostrano, che un cristiano ogni sette viene perseguitato. Al riguardo, esprimo l’auspicio che il nuovo Inviato Speciale dell’Unione Europea per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione Europea, possa disporre delle risorse e dei mezzi necessari per svolgere adeguatamente il proprio mandato.

Aumentato le persecuzioni di chi si professa cristiano in molti Paesi

Nello stesso tempo, è bene non dimenticare che la violenza e le discriminazioni contro i cristiani aumentano anche in Paesi dove questi non sono una minoranza. La libertà religiosa è messa in pericolo anche laddove i credenti vedono ridotta la possibilità di esprimere le proprie convinzioni nell’ambito della vita sociale. Questo, in nome di un malinteso concetto di inclusione. La libertà religiosa, – osserva – che non può ridursi alla mera libertà di culto, è uno dei requisiti minimi necessari per vivere in modo dignitoso. E i governi hanno il dovere di proteggerla e di garantire a ogni persona, compatibilmente con il bene comune, l’opportunità di agire secondo la propria coscienza anche nell’ambito della vita pubblica e nell’esercizio della propria professione”.

Sui clandestini: il peso non ricada esclusivamente sull’Italia

Il papa ha anche parlato dell’emergenza immigrazione in Italia. “La migrazione è una questione per la quale procedere in ordine sparso non è ammissibile”. Lo ha evidenziato il Papa. “Per comprenderlo basta guardare al Mediterraneo, divenuto un grande cimitero. Quelle vite spezzate sono l’emblema del naufragio della nostra civiltà. Come ho avuto modo di richiamare nel corso del mio viaggio a Malta in primavera. In Europa, è urgente rafforzare la cornice normativa, attraverso l’approvazione del Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo. Affiché si possano implementare adeguate politiche per accogliere, accompagnare, promuovere e integrare i migranti. Nello stesso tempo, la solidarietà esige che le doverose operazioni di assistenza e cura dei naufraghi non gravino interamente sulle popolazioni dei principali punti d’approdo”.