Papa Leone XIV: è lo statunitense Robert Prevost il nuovo Pontefice. Dietro l’elezione, un’ombra a stelle e strisce

Nuovo Papa XIV-Robert Prevost

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Una fumata bianca che profuma di dollari. Il Conclave ha parlato, e oggi, giovedì 8 maggio, il mondo ha un nuovo Papa: si tratta dell’americano Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV. Una scelta storica – è il primo pontefice statunitense nella storia della Chiesa – ma anche una nomina che non mancherà di alimentare curiosità, sospetti e polemiche, soprattutto per il contesto che ha accompagnato l’elezione.

La “spinta” americana: tra diplomazia e generosi assegni

Il nuovo Papa arriva dal Michigan, ma il vento che lo ha sospinto fino al trono di Pietro parte da molto più lontano. Da Donald Trump, per esempio, che durante i funerali di Papa Francesco ha firmato un assegno da 14 milioni di dollari indirizzato alla Santa Sede. Una “donazione” tanto generosa quanto controversa, avvenuta poco dopo un colloquio riservato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Un gesto che molti leggono come una mossa di soft power, utile a rafforzare il legame con il Vaticano in un momento cruciale e a consolidare un fronte geopolitico e spirituale con un candidato potenzialmente vicino alla sensibilità statunitense.

Il precedente del 1922: quando furono i dollari a salvare il Conclave

La Storia non si ripete, ma spesso fa rima. Già nel 1922, quando fu eletto Papa Pio XI, i dollari americani ebbero un ruolo decisivo per salvare un Conclave minacciato da tensioni economiche. E anche oggi, con il Vaticano che naviga in un deficit di circa 70 milioni di euro, i fondi americani arrivano come una boccata d’ossigeno, tra spese per la sicurezza, stanze rinnovate a Santa Marta e personale in pensione richiamato per l’occasione.

Dolan, il king maker nell’ombra

A tessere le trame, da dietro le quinte, il cardinale di New York Timothy Dolan. Non un candidato, ma un grande elettore, un uomo che sa muoversi tra le mura vaticane e che negli ultimi giorni ha avuto numerosi incontri strategici al Pontificio Collegio Americano, non lontano dalla Cupola di San Pietro. Si mormora che proprio lui abbia guidato la convergenza dei voti delle Americhe su Robert Prevost, sostenuto con convinzione da un blocco formato da cardinali del Nord, Centro e Sud America.

Simonia moderna o normale dinamica internazionale?

Il confine tra influenza legittima e indebita ingerenza è sottile. Alcuni parlano apertamente di “simonia 2.0”, evocando un sospetto che nei secoli ha sempre agitato le stanze vaticane. Altri, più pragmatici, osservano che gli Stati Uniti e la Germania sono da sempre i maggiori finanziatori del Vaticano, e che il supporto economico e politico fa parte da sempre del rapporto tra Chiesa e Stati.

Le parole (mancate) e la vecchia frizione con Bergoglio

Tra Trump e il Vaticano, però, non è sempre stata luna di miele. Durante la sua prima visita da presidente, Melania Trump attendeva un gesto di carità per la sua fondazione a sostegno dei bambini. Il Vaticano, invece, sperava in una donazione per il Bambino Gesù, l’ospedale pediatrico romano. Nessuna delle due richieste fu esaudita, lasciando sul tavolo una tensione mai del tutto sopita.

Oggi, però, i giochi sembrano cambiati, e Leone XIV potrebbe rappresentare il ponte che gli Stati Uniti cercavano da tempo con la Chiesa cattolica.

Scintille conservatrici: dossier su abusi coperti

Non tutti però festeggiano l’elezione del nuovo Papa. Dal fronte più rigido della destra ecclesiastica arrivano accuse gravissime. Il sito spagnolo Infovaticana.com e La Nuova Bussola Quotidiana rilanciano un dossier in cui tre donne sostengono che Prevost avesse insabbiato i casi di abusi di due preti sulla diocesi di Chiclayo tra il 2006 e il 2010.

Un secondo documento, datato marzo 2025 e firmato da SNAP (Survivors Network of those Abused by Priests), parla addirittura di “azioni e omissioni” volontarie per ostacolare indagini civili e canoniche su sacerdoti della stessa diocesi. Accuse pesanti, finora mai dimostrate, che gettano un’ombra su di lui proprio mentre varca la soglia del Soglio. E che il Pontefice dovrà far dimenticare.

Le prime parole del nuovo Papa Leone XIV

”La pace sia con tutti voi”. Sono le prime parole pronunciate da Papa Leone XIV affacciato alla Loggia di San Pietro dopo l’elezione, dove c’erano ben 150 mila persone. Papa Prevost commosso ha salutato con le mani la folla che lo acclamava e lo applaudiva.