Papa Leone XIV spiega perché ha scelto quel nome e lancia la sfida dell’Intelligenza Artificiale

“Ho scelto il nome Leone per guardare al futuro come Leone XIII guardò al suo tempo”. Non ha girato intorno alle parole Papa Leone XIV, nel suo primo discorso rivolto ai cardinali. Il nuovo Pontefice ha parlato a porte chiuse nell’Aula del Sinodo, davanti a tutti i membri del Collegio cardinalizio, per spiegare le radici della sua scelta e soprattutto le sfide che attendono la Chiesa nel mondo contemporaneo.
Il cuore del messaggio è chiaro: la Chiesa deve affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale come affrontò, con Leone XIII, quella industriale. E deve farlo mettendo al centro la dignità umana, la giustizia e il lavoro.

Perché Papa Leone XIV? Il significato del nome scelto da Robert Prevost, nuovo Pontefice
Il riferimento diretto a Leone XIII e alla Rerum Novarum
Il nome non è casuale. Leone XIII, sul finire dell’Ottocento, con l’enciclica Rerum Novarum, mise nero su bianco la posizione della Chiesa sul tema sociale in un momento di cambiamento epocale. Papa Leone XIV vuole fare lo stesso oggi, di fronte a un’altra rivoluzione, quella digitale. “La Dottrina sociale della Chiesa ha ancora molto da dire”, ha affermato il Papa, e serve per non perdere di vista l’umano in un tempo in cui le macchine rischiano di sostituire le persone.
Papa Leone XIV: l’eredità di Francesco e la richiesta di unità ai cardinali
Il nuovo Pontefice ha poi dichiarato di voler raccogliere l’eredità spirituale e pastorale di Papa Francesco, citando la sua prima esortazione apostolica, Evangelii Gaudium. Ne ha ripreso i punti essenziali: primato di Cristo, missionarietà, sinodalità, attenzione agli ultimi, dialogo con la modernità. Tutto questo nel solco del Concilio Vaticano II, che resta per Leone XIV il punto fermo da cui ripartire.
“So che il peso è grande, ma non sono solo”, ha aggiunto il Papa, chiedendo ai cardinali di camminare con lui. “Ho bisogno del vostro aiuto, delle vostre idee e della vostra preghiera”.
Il discorso si è chiuso con un riferimento al “soffio leggero” di Dio, che parla nel silenzio. “Riprendiamo il cammino con speranza”, ha concluso Leone XIV, affidando alla misericordia divina l’anima di Papa Francesco e il futuro della Chiesa.