Parcheggi di scambio chiusi senza avviso, dopo Trastevere esplode il caso Arco di Travertino: “Roma allo sbando”
Roma, dopo le polemiche sul parcheggio di Trastevere, il fronte della contestazione si sposta su un altro quadrante della città. Al centro della nuova tensione c’è il parcheggio di scambio di Arco di Travertino, punto nevralgico per chi ogni giorno lascia l’auto e prende la Metro A. A denunciare l’ennesimo cortocircuito nella gestione della mobilità capitolina è Fabio Schiuma, dirigente FdI, che punta il dito contro il Campidoglio guidato dal sindaco Roberto Gualtieri: “Cambia il quadrante, ma non il metodo: chiusure improvvise, nessun preavviso, nessuna data certa di fine lavori e nessuna alternativa reale per i cittadini”.
Arco di Travertino, snodo strategico per pendolari e periferie
Il caso non riguarda un dettaglio tecnico, ma un’infrastruttura che incide sulla vita quotidiana di migliaia di persone. Arco di Travertino è uno dei nodi più utilizzati da chi arriva dalla periferia e dall’area metropolitana per entrare a Roma con il trasporto pubblico. Qui l’idea del “parcheggia e vai” dovrebbe alleggerire traffico e smog, favorendo l’intermodalità. Ma, secondo la ricostruzione, gli utenti si sono presentati come ogni mattina trovando cancelli chiusi e accessi sbarrati, senza indicazioni operative, senza una comunicazione chiara sul perché e soprattutto senza un calendario ufficiale dei lavori.
Schiuma: “Inaccettabile chiudere da un giorno all’altro”
Il consigliere di Fratelli d’Italia alza i toni e mette la questione sul terreno politico-amministrativo: “È inaccettabile che un parcheggio di scambio venga chiuso da un giorno all’altro, senza comunicazione preventiva e senza un piano di emergenza. È l’ennesima dimostrazione di una gestione della città scollegata dalla vita reale dei romani”. La linea è netta: non è la singola chiusura a essere contestata, ma il modo con cui viene gestita. “Il problema non è il singolo intervento, ma un modello amministrativo fallimentare”, insiste.

La critica al Campidoglio: “Governo teorico, città reale”
Nel mirino di Schiuma finisce direttamente la guida politica della Capitale. L’affondo è calibrato su un’immagine che parla ai cittadini: “Gualtieri continua a governare Roma come se fosse un esercizio teorico, non una metropoli in cui ogni mattina si muovono lavoratori, studenti, famiglie”. Il riferimento a Trastevere non è casuale: serve a costruire un filo rosso tra episodi diversi e a sostenere l’accusa di ripetitività degli errori. “Prima Trastevere, ora Arco di Travertino: stesso caos, stessi disagi, stessa assenza di responsabilità politica”.
“Transizione ecologica? No: improvvisazione”
Il tema dell’interesse pubblico qui si incrocia con la narrazione, spesso rivendicata dalle amministrazioni, della transizione ecologica e della città “più sostenibile”. Per Schiuma il punto è proprio questo: non si può chiedere ai romani di cambiare abitudini senza garantire un sistema che regga. “Questa non è transizione ecologica, non è riorganizzazione urbana: è improvvisazione pura”, afferma. E aggiunge: “Se si chiudono i parcheggi di scambio, si deve prima garantire un sistema alternativo. Altrimenti si stanno solo scaricando i problemi sui cittadini, come se il loro tempo e il loro lavoro non contassero nulla”.
Le tre richieste: tempi, alternative, cambio di metodo
La chiusura del parcheggio, senza soluzioni tampone, rischia — secondo la denuncia — di riversare traffico e disservizi sui quartieri già congestionati, colpendo soprattutto chi non ha alternative immediate. Da qui la richiesta di una risposta istituzionale immediata su tre punti: comunicazione trasparente sui tempi dei lavori, attivazione di parcheggi alternativi realmente fruibili e un cambio di metodo nella gestione della mobilità urbana. “Roma non può continuare a essere governata a colpi di chiusure improvvise”, conclude Schiuma. “Una Capitale europea si amministra con programmazione, rispetto e soluzioni. Tutto ciò che oggi, con Gualtieri, continua a mancare”.