Il Comitato dei cittadini per il Parco della Caffarella esiste da quasi 40 anni. Ma adesso i residenti sembrano davvero infuriati. Per l’inerzia delle amministrazioni comunali. Visto che fin dal 2005 il Campidoglio ha provveduto ad importanti espropri a carico di privati. Per completare il perimetro del Parco, e consegnarlo finalmente completo a famiglie e bambini.
Ma purtroppo da allora poco o niente si è mosso. Nonostante siano stati pagati gli indennizzi ai vecchi proprietari. Che però di fatto non sono stati mai fisicamente allontanati. Così la lotta del comitato e’ proseguita. Finché nel 2019 era arrivata l’assicurazione che l’iter sarebbe stato ripreso e concluso. Ma invece niente, è ancora tutto fermo.
Le 1000 firme per il Parco della Caffarella
Così nel dicembre del 2020 sono state raccolte oltre 1000 firme di protesta. E tra fine luglio e i primi di agosto sono arrivati due esposti. Uno alla Procura penale, l’altro alla Corte dei conti. La richiesta, accertare i motivi dei ritardi e sanzionare gli eventuali responsabili. Ma soprattutto, la speranza della gente è che questo ultimo sasso nello stagno possa rimettere in moto la macchina burocratica del comune. E permettere finalmente di aprire il parco della Caffarella. Potenzialmente bellissimo, ma particolarmente tribolato.
Accampamenti abusivi di clandestini anche nel parco dell’Appia Antica
Gli esposti a Procura e Corte dei Conti
“Il tavolo interdipartimentale, appositamente istituito dal Comune, da ben due anni ha calendarizzato sgomberi alla Caffarella che non sono ancora avvenuti” ha premesso Rossana De Stefani, presidente dell’associazione. Che dopo aver richiesto l’istituzione di questo tavolo, ha partecipato alle riunioni. Seguendone l’andamento dei lavori. Gli incontri di quest’organo amministrativo si sono conclusi il 30 luglio 2019 con la decisione di procedere con gli sgomberi. Però l’iniziativa è rimasta in gran parte sulla carta.
Constatando un’inerzia dell’Amministrazione Comunale a completare gli sgomberi, nel divenire 2020 abbiamo inviato una petizione sottoscritta da 1027 cittadini. Poi – ha elencato la presidente dell’associazione – alcune PEC con richiesta di una riunione del Tavolo Interdipartimentale. Quindi una diffida e in ultimo decine e decine di email”. Iniziative che non hanno garantito l’auspicato recupero delle aree verdi, ancora oggi in mano ai privati.