Risparmiateci la vergogna della Parentopoli in Parlamento

La Parentopoli nelle liste elettorali per il 25 settembre è davvero una vergogna. E ci piacerebbe che i diretti interessati chiudessero rapidamente il capitolo.

Non è certo la prima volta che si parla di mogli e mariti in Parlamento. Ma in una fase come questa; con il governo costretto a varare un decreto aiuti per assistere famiglie e imprese decimate dalla crisi; questa novella Parentopoli è proprio una vergogna.

Parentopoli una vergogna

Sapere che parlamentari uscenti si pongano il problema di candidare anche le mogli per farle eleggere è qualcosa che non avremmo immaginato di poter raccontare.

Ministro Franceschini, ma lei è proprio sicuro che sia la cosa giusta puntare a far diventare onorevole la sua signora, che è già consigliere alla regione Lazio (e non mettiamo nomi per delicatezza)?

E tu, campione dell’uguaglianza Nicola Fratoianni, è vero che vuoi fare altrettanto con la tua signora?

Lo sappiamo, la scusa è sempre la stessa. Ma perché mia moglie deve pagare il fatto di aver scelto di vivere con me? Come se fosse normale tutto questo. Non rendersi conto di quanto possa essere offensivo per la gente comune è davvero incredibile.

Camere ridotte e più intime…

Ponetevi una domanda. Ma perché avete ridotto il numero dei parlamentari? Avevate bisogno di più intimità, magari in Camere separate?

Per noi la politica dovrebbe essere ancora una missione, una vita appassionata, e pure col sacrificio di non poter vedere la famiglia come vorresti. E invece no, loro pensano di potersela portare “al lavoro”, e lasciamo perdere le decine di migliaia di euro da indirizzare ai conti correnti coniugali.

Non sappiamo ancora quanti parlamentari e di quali coalizioni decideranno scelte del genere: ma è certo che non contribuiranno ad affollare i seggi elettorali del 25 settembre. Perché c’è un limite a tutto.

Ed è la decenza che dovrebbe tornare ad essere la stella polare della politica. E se avessi la forza politica di un tempo un consiglio simile lo darei anche a zio Silvio, che almeno non ha un problema di quattrini. Vale per tutti: in politica basta un parlamentare nelle famiglie. Tra moglie e marito non mettere il partito.