Parlamentari contro la disoccupazione: quella che li aspetta

Parlamentari di tutta Italia e di tutte le risme unitevi contro la disoccupazione: la vostra. Perché dal prossimo anno i vostri “posti di lavoro” saranno molti di meno per una riforma che avete approvato e che è stata poi consacrata dal voto referendum.
Oggi siete un migliaio di parlamentari, dal 2023 sarete 600 per il coraggio che vi è mancato. Vi siete fatti mettere sotto dall’antipolitica e ora siete a un passo dal pagare il dazio.

Tanti parlamentari verso la disoccupazione
Certo, quasi un anno di stipendio c’è ancora, a meno che non si sciolgano le Camere. A settembre dovrebbe scattare il diritto alla pensione, ma per almeno 400 di voi sarà vita grama, fuori dalle Camere.
Anzi, saranno molti di più quelli fatti fuori tra i parlamentari attuali: la “disoccupazione” rischia di eliminarne molti per i sondaggi in corso.
Dovrebbero stare relativamente tranquilli deputati e senatori di Fratelli d’Italia. Se proprio non hanno fatto arrabbiare la Meloni, saranno affiancati da altri nuovi parlamentari. Buon per loro.
Chi va meglio e chi va peggio al valzer delle ricandidature
Dolori per tutti gli altri partiti, a cominciare dai Cinque stelle: nel 2013 sfondarono il muro del 30 per cento, oggi se va bene raggiungeranno la metà di quella percentuale. Unita al calo dei seggi totali, sarà una strage di onorevoli.
Cali considerevoli rischiano di pagarli anche i rappresentanti di Pd, Lega e Forza Italia e ora il problema principale dei segretari dei partiti è come rinediare.
Chi ricandidare? Chi eliminare? Chi ricompensare con le nomine che ancora ci sono da fare?
C’è un bel po’ di poltrone da occupare, grandi enti e agenzie di Stato dove infilare chi non potrà tornare ad frequentare Camera e Senato. Ma vuoi mettere un’Authority magari per la durata di sei o sette anni?
Non sarà facile districarsi per i leader delle forze politiche, perché i no saranno per forza più dei sì e si faranno diversi nemici (calcolando che nella maggior parte dei casi gli “accontentati” finiscono quasi sempre nel girone degli ingrati). Vincerà la gara del riciclo chi si saprà offrire meglio e non chi è più bravo. Come al solito, povera Italia.