Parrucchieri e acconciatori, pronti a riaprire ma diteci come

I parrucchieri e gli acconciatori di Roma e del Lazio sono pronti a riaprire le loro attività appena sarà possibile. Sembra che la data predestinata per questi esercizi sia fissata al 25 maggio, anche se il condizionale è d’obbligo. Perché di decreti del governo ne abbiamo già visti tanti e la situazione riguardo al Covid ancora non è sotto controllo. Oltre al fatto che spesso intervengono le Regioni con i loro poteri a complicare le cose. Come è avvenuto nel caso delle librerie. In ogni caso gli artigiani hanno un gran bisogno di lavorare perché per loro i meccanismi della cassa integrazione non valgono. Ci sono i cosiddetti accordi bilaterali, ma il rischio vero è che con la bottega chiusa e i dipendenti a casa nessuno veda un euro. Un problema grandissimo per i piccoli imprenditori e per le famiglie dei loro lavoranti. Così la CLAAI Assimprese Lazio sud ha chiesto un incontro urgentissimo alla Regione Lazio. Con il presidente Zingaretti e l’assessore alle attività produttive Paolo Orneli. Insieme al consigliere Enrico Forte, membro della commissione sviluppo economico della  Regione. Per capire come andranno avanti le attività artigiane del settore acconciatori, e se saranno  previsti aiuti per la ripartenza. Che altrimenti sarà difficilissima.

Angelo Frateloreto, presidente degli acconciatori del Lazio: su sicurezza e costi la Regione ci aiuti

Gli acconciatori del Lazio, parrucchieri barbieri  ed estetisti aspettano la data ufficiale per poter riprendere in pieno le loro attività. Si parla di una possibilità per il 25 maggio, ma è chiaro che molto dipenderà dalla curva dell’epidemia. Intanto i danni economici causati dalla chiusura forzata sono elevatissimi, e i piccoli artigiani del settore si ritrovano letteralmente in ginocchio. La denuncia arriva dalla CLAAI Assimprese Lazio sud per bocca del suo presidente Ivan Simeone. E dal presidente degli acconciatori del Lazio Angelo Frateloreto. Che hanno chiesto un incontro urgente con i vertici regionali. Nella lettera indirizzata direttamente al presidente Nicola Zingaretti e all’assessore Paolo Orneli gli acconciatori si interrogano su come coniugare le prescrizioni di legge con la propria attività. Perché la categoria non può sostenere eventuali ulteriori ed inimmaginabili  spese. Per rendere i negozi di parrucchiere e barbiere e i saloni di bellezza compatibili con le normative in vigore post coronavirus. A cominciare dalla distanza minima di due metri. Che chiaramente quando qualcuno ti taglia i capelli o ti fa la barba è impossibile da osservare. Bisogna che chi scrive le leggi sappia come si opera in un salone di acconciatori, spiega Frateloreto. La volontà degli operatori economici del settore è quella di garantire sicurezza sanitaria e gli attuali livelli occupazionali. Ma chiediamo da subito regole certe e possibili da osservare. Perché di soldi non ce ne sono, e non possiamo rischiare una falsa partenza. L’aiuto della Regione può significare dare risposte a migliaia di famiglie e di lavoratori.