I partiti si fanno umiliare da Draghi pure sulle nomine. Che pena!

Partiti nomine

I partiti stanno al governo come turisti, la tribù di
Mario Draghi li sbeffeggia con le nomine.

Quando va bene beccano un posticino in qualche consiglio di amministrazione scamuffo; beccano qualche migliaio di euro e non contano una cippa.

Partiti umiliati da Draghi sulle nomine

L’ultima tornata di nomine ha registrato persino un’aggravante di forma che in questi casi è sostanza. Non solo i partiti sono stati messi all’angolo, sia di maggioranza che di opposizione. Ma persino gli esclusi sono stati ignorati. La fine del loro mandato l’hanno appresa in maniera del tutto estranea rispetto alla prassi. Messi alla porta e senza nemmeno tanti saluti.

Per chi odia la politica e i partiti tutto questo viene letto come una medaglia al petto di Mario Draghi e dei suoi uomini, Giavazzi e Funiciello. Per chi crede nella democrazia è la fine dello Stato e delle sue regole: prevale una concezione privatistica delle strutture strategiche del Paese.

Non è la fine della lottizzazione tra i partiti, è l’inizio dell’assolutismo tecnocratico. Con le forze politiche trattate da camerieri e i loro segretari come babbei a cui si può fare di tutto. Sulle competenze dei designati fioriscono i gossip e retroscena.

Che pena gli strateghi del “nuovo”

Che pena, questi strateghi. Il nuovo…

A Fincantieri, tanto per stare ad un esempio incredibile, ci siamo persi un duo che aveva ben lavorato, come l’ambasciatore Massolo – con tutta la sua vastissima esperienza internazionale – e l’Ad Bono. A guidare la società saranno Pierroberto Folgiero, amministratore delegato, e Claudio Graziano, presidente. Quest’ultimo è generale dell’esercito – ha ricoperto anche l’incarico di capo di Stato della difesa – ma la sua nomina ha suscitato profondi malumori. Di lui si ricorda la celebre gaffe quando diede la mano ad un manichino (come da foto sopra il titolo).

Ma l’andazzo non è di oggi. Già lo scorso anno Ferraris alle Ferrovie, Scannapiego a Cassa depositi e prestiti, Venier a SNAM diedero il segnale: comandano i Draghi boys e al resto della compagnia nemmeno le briciole.