Pasticcio decreto, se commetti il reato non paghi la multa

I diversi decreti Conte che si sono succeduti in queste settimane sono riusciti ad ingenerare una notevole confusione. Anche nei cittadini più attenti e disponibili ad osservare in pieno le regole. E a non commettere alcun reato. Ma sta diventando tutto maledettamente difficile. Certo, ci troviamo di fronte a un’emergenza straordinaria e imprevedibile come il coronavirus. Ma l’impressione è che si proceda un po’ troppo per tentativi. Un esempio ne sono i moduli richiesti per l’autocertificazione. Quel foglio di carta che ci portiamo sempre appresso quando andiamo a fare la spesa. O a lavorare, se siamo medici, infermieri o addetti a dei servizi essenziali. Oggi esce la quarta versione del documento, che tra l’altro va stampato e portato con se’ in originale. Anche in piena pandemia la burocrazia italiana non si smentisce. E la stessa cosa accade se non si rispettano le regole. Se si esce senza un’urgenza o un reale motivo. Cosa assolutamente da non fare, al di là della punizione. Ma quando i furbetti vengono pescati ai controlli in realtà cosa rischiano?

 

Multa per i furbetti? Solo se non è reato

L’osservazione è stata fatta da un avvocato romano. Codice penale alla mano. L’articolo 4 del decreto del 25 marzo 2020 prevede che chi non rispetta le regole sia punito con una multa da 400 a 3000 euro. Fin qui tutto bene, è il tanto pubblicizzato incremento delle sanzioni per chi non rispetta le regole dell’emergenza. Ma c’è la parolina magica. Salvo che il fatto non costituisca reato. Perché ci chiediamo, se si va sul penale che succede? Semplice, ce lo dice sempre il decreto. C’è l’articolo 650 del codice penale che prevede le sanzioni contravvenzionali. Ma qui il decreto si perde. Almeno per l’avvocato Maurizio Miceli, che illustra tutti i pasticci del decreto sulla sua pagina Facebook

Se vai sul penale non paghi la multa. A Roma si rischiano una valanga di ricorsi 

A Roma rischiamo una valanga di ricorsi. Lo fa sapere dalla sua pagina Facebook l’avvocato Maurizio Miceli che svela l’errore contenuto nel testo. O almeno l’equivoco che genera confusione. Infatti, se commetti reato non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’art. 650 del codice penale. È scritto chiaramente,  nero su bianco. Un controsenso, come dire se ci sono gli estremi del reato non paghi la multa. E poi campa cavallo. Le decine di migliaia di controlli e le sanzioni irrogate in questi mesi partoriranno altrettanti processi? Ne dubitiamo. Ci sembra chiaro che si tratti di una dimenticanza, un ‘omissis’ che rischia però di fare danni. Alla giustizia e alle casse dello Stato. Un ennesimo pasticcio come molti dei provvedimenti adottati in fretta e furia in questi giorni. In ogni caso, multa o sanzione la raccomandazione rimane sempre la stessa. Rimaniamo a casa perché se andiamo in giro senza motivo prima che alla giustizia dobbiamo rispondere alla nostra coscienza.