Paura a Piazza Pio XI: bus in fiamme. La risposta dell’Atac è sconcertante (video)

piazza pio xi vergogna raggi

Un altro bus dell’Atac in fiamme. È accaduto intorno e mezzogiorno a piazza Pio XI, nel quartiere Aurelio, a pochi chilometri da San Pietro. Sul posto tre mezzi dei vigili del fuoco, tra i quali un’autobotte della sede di Nomentano. Non risultano persone ferite mentre è stato chiuso al traffico il tratto di strada interessato al rogo.

L’autobus è stato completamente distrutto dalle fiamme in un incendio divampato intorno alle 12,30 in piazza Pio Xi, all’altezza del civico 76. La risposta dell’Atac ha delle connotazioni singolari. Infatti, come scusante di un fatto gravissimo, viene citato il fatto che la vettura fosse in servizio dal 2005. Come se fosse normale che una autobus, dopo 15 anni prendesse fuoco.

Bus in fiamme: quello a piazza Pio XI l’ultimo di una lunga

Ecco la nota ufficiale. «L’autobus della linea 881 distrutto dalle fiamme intorno alle 12, 30 è una vettura in servizio da oltre 15 anni». Lo ha precisato Atac in una nota sottolineando che «nessun problema si è verificato per le persone». L’incendio, divampato per cause ancora da stabilire, è stato spento dai vigili del fuoco intervenuti con tre mezzi, mentre gli agenti del gruppo Aurelio della Polizia Locale hanno aiutato l’autista a far scendere i passeggeri dall’autobus prima di agevolare la viabilità.

Manutezione inesistente: e bus in officina

La serie di incendi che riguardano i mezzi Atac è pressoché sterminata. Uno degli ultimi clamorosi incidenti, nell’agosto scorso, in tangenziale, quando autobus è andato in fiamme. Quasi la metà della flotta dell’Atac sarebbe ferma in officina. Se i dati non sono una opinione. Visto che alla fine del lockdown circolavano ogni giorno in strada circa 1200 mezzi. Secondo i dati forniti dalla stessa azienda. A fronte di una disponibilità teorica di circa 2500 vetture. Che però rimangono in gran parte ferme ai box. Intanto il comune ha dovuto chiedere per l’ennesima volta aiuto al privato. Per garantire corse più frequenti che consentissero il distanziamento previsto dalle nuove norme contro il covid. Sempre lo stesso consorzio tra l’altro, che avrebbe fornito circa 800 pullman in più fino al 31 luglio. Ovviamente con un costo aggiuntivo, tutto a spese dei contribuenti romani.