Paura all’Esquilino. Chiude il ristorante cinese di Sonia Zhou
Minaccia coronavirus all’Esquilino. Nella chinatown di Roma si respira un misto di rassegnazione e paura. Da oltre vent’ anni quello che era un quartiere borghese di inizio novecento si è trasformato in una succursale di Pechino. Negozi con insegne solo in cinese, appartamenti affittati o acquistati da cinesi, ristoranti con lanterne colorate all’ingresso che certamente non ricordano le trattorie tipiche romane che caratterizzavano un tempo questo quartiere. Qualcuno in passato si è scandalizzato, qualcun altro ha applaudito alla metropoli accogliente e multietnica. Certamente per un romano che passa da queste parti può capitare di sentirsi per una mezz’ora straniero a casa propria. Il ristorante di Sonia Zhou però è un’istituzione all’Esquilino, niente a che vedere con le attività mordi e fuggi o con quei negozi sempre semivuoti che vendono mercanzie improbabili. Conosciuto in tutta Roma ha una sua clientela affezionata, che arriva da ogni parte della città. A cena si possono trovare turisti e residenti del quartiere, per gustare i piatti tipici e fusion della tradizione cinese. Questo fino a ieri, perchè Sonia Zhou ha gettato la spugna e chiuso i battenti. Almeno per ora.
I miei cuochi hanno paura e non c’è più nessuno
I miei cuochi hanno paura e molti di loro sono ritornati in Cina e sono rimasti bloccati là. D’altronde sarebbe stato inutile tenerli per lavorare in un locale semivuoto. Sonia Zhou non si dà pace. Il suo locale che era nato piccolissimo dava lavoro a decine di famiglie. Il ristorante era diventato famoso per la cura dei dettagli e per la pulizia. Ai tempi d’oro, gli involtini primavera venivano preparati e chiusi direttamente davanti agli occhi dei clienti. Ma ora sembra davvero tutto finito. Almeno finchè il coronavirus non mollerà la presa. Il danno economico e di immagine per la Zhou e la sua famiglia è incalcolabile, ma non c’è stata altra scelta che quella di abbassare la serranda. Con una promessa. Ritorneremo e terremo aperto il locale per tutto il mese di agosto.
Murales di solidarietà
All’inizio della crisi a Sonia Zhou era stato anche dedicato un murales di solidarietà. A realizzarlo Laika, un’artista nota nel mondo della street art romana. C’è in giro un’epidemia di ignoranza, possiamo proteggerci, recita la scritta ancora ben visibile in via Principe Amedeo, quasi all’ingresso del grande mercato coperto del quartiere. Ma non è bastato, o forse chi l’ha realizzato era stato troppo ottimista. O troppo orientato politicamente. I virus sono democratici e delle polemiche sul razzismo vero o presunto se ne fregano. La realtà è molto diversa e oggi parla dei cuochi cinesi di Sonia Zhou ritornati a casa. E messi in quarantena. Ce lo dice la stessa ristoratrice dal suo locale di via Nino Bixio. Conoscendo quanto Sonia sia battagliera, siamo sicuri che non mollerà. E che la sua serranda sarà la prima a rialzarsi quando l’epidemia sarà passata. Per offrire come sempre un’alternativa gastronomica di cucina cinese di qualità nel quartiere dell’Esquilino.