Grillo e il Pd: ma non si sentono umiliati? Non reagiscono più?

In che mani siamo se pure Beppe Grillo deve pensare al Pd. Ragazzi, sulla telenovela cominciata con le dimissioni di Nicola Zingaretti bisogna fare incetta di popcorn. Perché ci mette becco pure il comico, come se non avesse ben altri problemi anche lui.
La sola idea che Beppe Grillo possa sbeffeggiare il Pd candidandosi idealmente alla segreteria del partito dovrebbe far vomitare tutti quelli che applaudivano all’alleanza con gli scappati di casa.

Grillo mortifica il Pd
Ma dov’è finita una tradizione politica che pure, anche se combattuta, meritava rispetto? Invece, si sono ridotti in balia di un teatrante che ha davvero fatto il suo tempo.
Dice di aver sognato di fare il capo dei dem. Noi sogniamo il momento in cui ci toglieremo dai piedi chi ha fatto perdere tempo all’Italia con le sue fantasie aggravate dalle incompetenze.
Ecco, di fronte ai colpi di scena di Beppe Grillo, uno si attenderebbe la reazione delle persone serie. Se serie sono.
Invece sorrisini, colpetti di gomito, l’occhietto. E così si faranno male e male alla politica. Oltre che all’Italia, che è quanto di più importante possa esserci per ciascuno di noi.
Svegliate Zingaretti
Si sono fatti distruggere nel nome di Giuseppe Conte e ora hanno bisogno che Beppe Grillo completi l’opera? Ma fino a che punto riusciranno a resistere all’indignazione che ormai li circonda per l’incapacità di ridarsi un’identità propria e non a rimorchio altrui?
Il problema non è più la pandemia, per il Pd, ma la resa ad un mondo che non sarà mai suo. Si alleino con chi diamine vogliono, ma fino a che saranno subordinati persino agli sberleffi grillini non si riprenderanno mai più. Quelli li sfottono e Zingaretti gli offre pure posti in giunta alla regione Lazio.
In casi del genere, lo si chiama e si risveglia lui dal sonno, ordinandogli di non giocare più. Perché se uno fa così non è buono né per il re (il partito) e nemmeno per la regine (la regione).