Pedaggio sulla A24, dopo le promesse elettorali è tutto fermo
Il pedaggio sul tratto urbano della A24 è un vero incubo. Per circa 260 mila cittadini romani, che ogni giorno sono costretti a paga4e l’obolo al casello. Per raggiungere il centro della Capitale. Si tratta dei residenti di Lunghezza, Settecamini e Ponte di Nona. Ma anche di Castelverde, Colle Prenestino, Case Rosse e Casale Galetto. A loro la politica aveva promesso di intervenire, abolendo l’odioso balzello. Presente fin dal 2017, è cresciuto dagli iniziali 80 centesimi a un euro e trenta a tratta. Per non parlare delle file e dei frequenti guasti alle barriere. Così tutti i candidati alla poltrona di sindaco avevano preso un preciso impegno. Aprire un tavolo urgente con il ministero dei trasporti e delle infrastrutture. E convincere chi di dovere a togliere quel pedaggio. Che ovviamente è molto redditizio. Ma che fa cassa sulle tasche di chi lavora. E non ha la fortuna di abitare in un attico a Prati o a Parioli.
Le elezioni sono passate e il pedaggio è rimasto. Forse perché il Municipio è l’unico di centrodestra?
Le elezioni sono passate. Ha vinto Gualtieri, che a a Lunghezza era stato a Luglio. Ma l’emendamento che avrebbe dovuto sopprimere il pedaggio sembra scomparso dal Dl infrastrutture. E adesso i cittadini chiedono di mantenere gli impegni. Anche perché in questo quartante di città amministra il centrodestra. E già si parla di un possibile ‘boicottaggio’. Perché il rischio è sempre lo stesso, e viene raccolto in un proverbio sempre di moda. Passata la festa, gabbato lo santo. Speriamo che non sia ancora una volta così. E che in finanziaria una manina reintroduca la frase cancellata. A quel punto si vedrà , anche in Parlamento, chi ama Roma e i romani per davvero. E chi invece solo a parole.