Pendolari della Metromare e Roma-Viterbo in rivolta: “Regione Lazio, se ci sei batti un colpo!”

caos Roma-Lido

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Disagi cronici, promesse disattese, silenzi istituzionali. Questo è lo scenario desolante vissuto ogni giorno dai pendolari delle ex ferrovie concesse Roma-Lido di Ostia e Roma-Civita Castellana-Viterbo, gestite da Cotral e Astral ma ancora in uno stato di degrado inaccettabile. Un grido d’allarme – l’ennesimo – si leva dai comitati Pendolari: “Regione Lazio, se ci sei batti un colpo!”. Una frase che sa di sfida ma anche di esasperazione. Ed è tutto fuorché una trovata polemica fine a sé stessa. Dopo 25 mesi di governo Rocca, il quadro della mobilità su ferro nelle ex ferrovie concesse continua ad essere critico. Le parole degli utenti sono inequivocabili: “Siamo stanchi, siamo ignorati, siamo presi in giro”.

Un immobilismo mascherato da annunci

Mentre la Regione Lazio, insieme a Cotral e Astral, moltiplica le dichiarazioni ottimistiche sui media, nella realtà quotidiana dei viaggiatori i treni, informano i viaggiatori ” sono vetusti, i ritardi all’ordine del giorno, le infrastrutture cadenti”. I lavori promessi sono ancora ben lontani dal concretizzarsi: cantieri aperti se ne vedono pochi, e treni nuovi ancora meno. Nonostante due lettere ufficiali inviate dai comitati (una il 27 gennaio, l’altra il 21 febbraio 2025) in Regione, con richiesta di un incontro e di un riscontro scritto su una lunga lista di problemi non risolti, la risposta dell’ente è stata… zero. Nessun cenno, nessun confronto, nessuna disponibilità al dialogo. Solo un assordante silenzio.

Da Zingaretti a Rocca, cambia il colore ma non il copione

La rabbia dei pendolari non è una questione ideologica. Non importa se alla guida della Regione c’è un’amministrazione di centrodestra o di centrosinistra: la musica è sempre la stessa. Sotto Zingaretti e l’ex assessore Alessandri, si parlava di “rilancio”, ora con Rocca si parla di “svolta”. Ma il risultato è identico: tante parole, pochi fatti. Quello che manca, ed è sotto gli occhi di tutti, è la volontà reale di ascoltare i cittadini, di coinvolgere i Comitati in modo trasparente, e soprattutto di prendersi la responsabilità politica e operativa delle criticità. Nessuno vuole mettere la faccia su questo fallimento. Le colpe vengono rimbalzate come in un gioco di specchi: ATAC, Ministero, pandemia, passato remoto… ma mai chi oggi ha la regia del servizio.

Comitati sotto attacco: “Chi critica viene bannato”

Il cortocircuito comunicativo è completo quando, invece di rispondere nel merito alle istanze, si insinua che i Comitati Pendolari abbiano finalità politiche. Un’accusa ridicola e offensiva, mossa solo per screditare chi osa sollevare problemi scomodi. Ma i comitati non si piegano: “Non siamo yes-men, non ci accontentiamo di slogan”. E intanto, le condizioni di viaggio peggiorano, mentre “la Regione gioca a nascondino con chi le chiede trasparenza”.

Lettera al presidente Francesco Rocca

L’ultima mossa dei pendolari è stata quella di scrivere direttamente al presidente Francesco Rocca. Anche da lui si attendono risposte. Risposte vere, concrete. Non tour propagandistici o post social. Serve un piano operativo pubblico, con date certe, risorse chiare e soprattutto un’interlocuzione costante con chi vive ogni giorno questo calvario. L’appello dei pendolari è chiaro: “La Regione Lazio non può continuare a ignorare il grido d’aiuto di decine di migliaia di cittadini. I treni non aspettano e i pendolari nemmeno. Basta con la politica degli annunci. Serve una svolta vera. E serve adesso”.