Pendolari Metromare e Roma-Viterbo alla Regione Lazio: “Dove sono i treni promessi da Zingaretti?”

“Dove sono i treni?” È la domanda che, con crescente esasperazione, i pendolari delle ferrovie regionali Metromare (ex Roma-Lido) e Roma-Viterbo rivolgono alla Regione Lazio, dopo anni di promesse, bandi, investimenti annunciati e anticipi milionari spesi senza ritorno concreto. In una nota congiunta diffusa dai Comitati Pendolari Roma Ostia e Roma Nord, si denuncia ancora una volta una situazione ormai al collasso: treni vecchi, pochi convogli in circolazione, aria condizionata spesso fuori uso, ritardi continui e servizi sostitutivi su gomma del tutto insufficienti.
Il punto di partenza, la gara del 2018
Tutto parte da lontano, esattamente da febbraio 2018, quando la giunta Zingaretti, allora al suo quinto anno di mandato, approvò l’avvio della gara per l’acquisto di 38 nuovi treni destinati alle ferrovie Roma Nord e Roma Lido. Un investimento atteso da anni – almeno otto, secondo i Comitati – e invocato più volte dal vecchio gestore ATAC, che riceveva in cambio solo rotabili riciclati da altre linee o accrocchi d’emergenza. Solo quattro anni dopo, nel 2022, si arrivò alla firma del contratto attuativo con il fornitore selezionato, Titagarh-Firema, in una corsa contro il tempo, a pochi mesi dalle elezioni regionali. Ma da allora, il nulla. O meglio: ritardi su ritardi, mancate consegne, silenzi e adesso anche il rischio concreto che gli operai che dovrebbero costruire quei treni perdano il lavoro.

Pendolari esasperati: “Li abbiamo pagati, ma non li vedremo mai”
“È da anni che aspettiamo quei treni, pagati in anticipo con soldi pubblici. E oggi l’unica certezza è che rischiamo di non vederli mai – scrivono i Comitati – e di far chiudere anche la Firema, nonostante abbia ordini e commesse da evadere.” Un allarme che suona come una beffa, se si considera che la Regione Lazio ha anticipato decine di milioni di euro, senza mai alzare la voce né sollevare dubbi sulla reale capacità produttiva dell’azienda. I pendolari raccontano anche di aver visitato gli stabilimenti di Caserta, dove i treni dovrebbero prendere forma. “Ci è sembrato tutto troppo formale, poco sostanziale – dichiarano – Avevamo già previsto che ci sarebbero stati ritardi, forse dovevamo dire che non sarebbero mai arrivati.” E con questi ritardi si rischia anche di perdere fondi governativi per circa 300 milioni di euro.
Pochi treni e condizioni disumane
Nel frattempo, sulla Metromare e sulla Roma-Viterbo, la situazione resta drammatica. Pochi treni in circolazione, spesso vetusti, alcuni senza aria condizionata, in un’estate rovente che rende i viaggi un vero incubo. A maggio, la nuova dirigenza COTRAL ha ridotto ulteriormente la flotta: sono stati sottratti i vecchi Firema alla Roma Nord e gli MA200 alla Roma Lido, senza un reale potenziamento con mezzi alternativi. “Le navette sostitutive su gomma, spesso autobus turistici da 56 posti, non possono sostituire treni che trasportano centinaia di persone a corsa – denunciano i Comitati –. Intanto, convogli CAF e Alstom sono in condizioni critiche: senza aria condizionata e con continui guasti.”
Dalla giunta Zingaretti alla gestione Rocca
Nel mirino dei pendolari ci sono più livelli istituzionali e gestionali. La responsabilità principale, secondo loro, ricade sulla Direzione regionale trasporti e mobilità della Regione Lazio e sui vari RUP (Responsabili Unici del Procedimento) che hanno autorizzato i pagamenti senza pretendere garanzie reali. Ma anche chi è subentrato – Cotral e Astral – non ha brillato. “Questi tre anni di gestione ci fanno quasi rimpiangere ATAC – si legge nella nota – pur con tutte le criticità che aveva lasciato, prima fra tutte l’assenza di manutenzione regolare.” Anche la nuova Giunta Rocca non è esente da critiche. “Ha il primato della lentezza nel cambiare dirigenti e strategie aziendali – scrivono i pendolari – Ci sono treni revisionati e pagati a caro prezzo che non sappiamo dove siano né quando torneranno in servizio”.
L’appello: “Almeno fate tornare i treni revisionati prima di settembre”
Con l’autunno alle porte e la riapertura delle scuole, la pressione sul sistema ferroviario aumenterà ulteriormente. “Chiediamo almeno di far rientrare in servizio i treni revisionati – concludono i Comitati –. I pendolari pagano abbonamenti salati, ma il servizio che ricevono è inadeguato, inefficiente e indegno di una capitale europea.”