Per 6 anni si cura per la Sla, ma la diagnosi è sbagliata: famiglia risarcita

Una diagnosi sbagliata che è pesata come una condanna a morte per un 59enne di Cisterna di Latina, ma ancor più pesante è stato scoprire che per sei lunghi anni si è curato per la malattia sbagliata perché, in realtà, non era affetto da Sla, ma soffriva di una patologia curabile e ben più facile da gestire. Dopo 25 anni arriva la condanna della Corte d’Appello di Roma per la Asl di Latina ed il medico che dovranno risarcire la famiglia per 120mila euro. Una piccola cifra per risarcire la famiglia dell’inferno passato. Ma la Giustizia è troppo tardi, perché da quel devastante percorso sanitario, l’uomo ne è uscito psicologicamente devastato e nel 2018 si è tolto la vita.
La diagnosi
La notizia della malattia è arrivata 25 anni fa, nel 2000. Secondo il medico della Asl di Latina le vertigini e le difficoltà erano i sintomi dell’inizio di una malattia lenta e neurodegenerativa: la sclerosi laterale amiotrofica.
Un male a cui non c’è una cura definitiva. Quindi l’uomo sarebbe andato in contro all’inesorabile degenerazione dei motoneuroni nella corteccia cerebrale, nel tronco encefalico e nel midollo spinale, quindi la progressiva perdita della forza muscolare, compromettendo la capacità di camminare, parlare: l’immobilismo, finché la malattia non avrebbe compromesso la deglutizione e la respirazione. Una diagnosi difficile da accettare, per chiunque, che è pesata come un macigno.

Ma l’operaio pontino non si è perso d’animo ed ha deciso di lottare. Ha iniziato un ciclo di cure, anzi di trattamenti che possono solo rallentare la progressione della malattia e gestire i sintomi, migliorando per quanto possibile la qualità della vita dei pazienti. Continue cure farmacologiche per una malattia che in realtà non esisteva.
La scoperta al policlinico Gemelli di Roma
La verità è saltata fuori solo dopo 6 anni di cure. Ad accorgersi dell’errore è stato uno specialista del Policlinico Gemelli di Roma. Non si trattava di Sla, ma di mielopatia spondilogenetica: una patologia comune che colpisce le persone oltre i 50 anni di età curabile grazie ai farmaci e all’adeguata fisioterapia.
La notizia per il 59enne di Cisterna è stata rassicurante e devastante allo stesso tempo. L’uomo non stava morendo per la Sla, ma ha trascorso 6 anni della sua vita convinto di essere un condannato. Un dolore pesantissimo che lo ha profondamente segnato. Anche questa volta l’uomo non si è dato per sconfitto e con l’obbiettivo di ottenere giustizia si è affidato ad uno studio legale per fare causa alla Asl di Latina per quanto subito.
Il processo
Dal 2006, però, gli strascichi di quel dolore hanno continuato a farsi sentire. L’angoscia gli si è annidata nell’animo ed ha covato, fino alla depressione. Quel dolore causato da una diagnosi sbagliata ha sopraffatto il 59enne che nel 2018, nonostante il suo spirito combattivo, si è tolto la vita.
L’iter giudiziario è andato avanti fino alla condanna in primo grado per la Asl e il medico ad un risarcimento pari a 148 mila euro. In secondo grado, i giudici della Corte d’Appello di Roma hanno confermato le motivazioni dei giudici pontini, ma hanno ridotto il risarcimento a 120 mila euro.