Per rilanciare l’ippica servono riforme: il pensiero del driver Gocciadoro

Alessandro Gocciadoro, vincitore del campionato italiano di trotto 2024 con 278 successi ottenuti su 753 corse disputate, oggi rappresenta una delle figure centrali dell’ippica nazionale e internazionale. Attivo nel settore da oltre trent’anni, ha raggiunto delle posizioni di rilievo anche all’estero, in particolare in Svezia, dove figura stabilmente tra i migliori allenatori. La sua esperienza, unita ai risultati ottenuti, dona una grande autorevolezza alle riflessioni che ha condiviso sullo stato dell’ippica italiana, oltre che sulle riforme necessarie per rilanciarla.
Secondo Gocciadoro servono riforme in Italia
Gocciadoro descrive il comparto ippico italiano come un settore segnato da fasi alterne, dove la passione continua a rappresentare l’elemento essenziale che tiene in vita il movimento. Di contro, questa componente emotiva non basta più per sostenere un sistema che mostra segni di stanchezza e che necessita, secondo il driver, di interventi concreti e immediati. L’attenzione è rivolta in particolare alla struttura normativa e ai modelli organizzativi che, in molti casi, appaiono superati rispetto agli standard internazionali.

Tra i principali nodi individuati da Gocciadoro figura il sistema del betting, che definisce antiquato e non sfruttato per quelle che sono le sue potenzialità. A suo avviso, i modelli attualmente in vigore non sono più in grado di stimolare l’interesse del pubblico, né di garantire una partecipazione ampia e diversificata. Certo, ci sono delle eccezioni come il web e le pagine dei siti dedicate alle quote ippica totalizzatore, ma nel complesso il settore è rimasto fermo ai primi anni del 2000.
In molti Paesi, come la Francia e la Svezia, il comparto ha conosciuto una crescita (se non addirittura una rinascita) proprio grazie alla revisione dei meccanismi di gioco, introdotti in forme più moderne, digitalizzate e accessibili. Per questo motivo, Gocciadoro propone un aggiornamento dei sistemi di scommessa, ritenendolo indispensabile per allinearsi agli sviluppi del mercato e per attrarre nuove fasce di utenza.
Poca visibilità: serve una migliore pubblicizzazione
Gocciadoro evidenzia anche la scarsa visibilità dell’ippica presso il grande pubblico, il che rappresenta un ulteriore ostacolo al suo sviluppo. Secondo il driver, uno degli errori più gravi è stato quello di non investire in modo adeguato nella promozione e nella comunicazione di questo sport. Il fascino dei cavalli, la preparazione degli atleti e la spettacolarità delle corse sono elementi che devono essere raccontati meglio: soltanto in questo modo potrebbero suscitare l’interesse di una platea molto più ampia, rispetto a quella attuale. Gocciadoro sostiene che una strategia mirata di promozione, veicolata anche attraverso i canali digitali, potrebbe rivelarsi decisiva per riportare l’ippica al centro dell’attenzione mediatica e culturale del nostro Paese.
Un altro punto su cui Gocciadoro insiste riguarda il confronto con i modelli esteri. La Svezia e la Francia vengono riportate come esempi virtuosi per l’efficienza organizzativa, la trasparenza e la capacità di attrarre pubblico e investimenti. In particolare, il driver osserva come questi Paesi abbiano saputo adattare le proprie normative alle esigenze della società di oggi, creando un contesto favorevole tanto per i professionisti quanto per gli spettatori. Ma Gocciadoro, comunque, non manca di sottolineare quanto segue: anche l’Italia ha sviluppato dei modelli di gestione validi, che potrebbero essere esportati all’estero se inseriti in una cornice soggetta a nuove riforme.