Peste suina ed emergenza cinghiali, Fratelli d’Italia chiede lo stato di calamità naturale

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“Il diffondersi dell’emergenza cinghiali e il dilagare della peste suina africana avranno gravi ripercussioni sulla salute della popolazione dei suini. E anche sulla redditività del settore zootecnico suinicolo, incidendo in modo significativo sulla produttività del settore agricolo a causa di perdite sia dirette che indirette. Con possibili gravi conseguenze economiche sull’intera filiera agroalimentare della zona infetta, delle zone confinanti e presumibilmente di tutto il territorio regionale”. Così in una nota Laura Corrotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Per questo, insieme a tutto il gruppo di Fratelli d’Italia, abbiamo presentato una mozione al presidente Zingaretti e all’assessore all’agricoltura Enrica Onorati per chiedere di stanziare, nell’ambito del bilancio corrente, risorse straordinarie.

Peste suina, sostegno alle aziende del settore

Da destinare al sostegno delle aziende del settore agroalimentare nelle zone infette e nelle zone limitrofe. Oltre a chiedere al Governo il riconoscimento dello stato di calamità per l’emergenza cinghiali e per la peste suina nel territorio della Regione Lazio”, aggiunge. “Considerando il momento di grande difficoltà che stanno vivendo le piccole imprese e poi in generale il terzo settore spero che su questo tema ci sia un’ampia convergenza di tutte le forze politiche”, conclude.

I veterinari: abbattimenti inevitabili, al momento non ci sono altri strumenti efficaci

Per quanto riguarda l’abbattimento dei cinghiali come misura per il contenimento dei focolai di peste suina, “occorre un ragionamento sereno con gli animalisti. C’è un problema etico, ma anche la necessità di diradare la popolazione dei cinghiali e al momento non ci sono altri strumenti efficaci e rapidi. Prima di abbattere i suini, quindi, e perdere i mercati della salumeria italiana, credo che sia una scelta saggia sacrificare un numero stabilito di cinghiali su una popolazione esorbitante”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Aldo Grasselli, presidente onorario della Società italiana di medicina veterinaria preventiva (SimeVep), facendo il punto della situazione.

Secondo Grasselli, si deve “evitare domani di abbattere gli animali allevati che sono essere senzienti come i cinghiali. Ma dietro ci sono aziende, famiglie, lavoratori, investimenti e anche molta ricerca. I suini poi andrebbero distrutti perché non è possibile mangiarli, e poi – conclude – c’è da considerare lo spreco alimentare legato alle granaie e ai mangimi che andrebbero buttati”.