Pet Therapy: la terapia con gli animali funziona in tanti casi (senza effetti collaterali)

Pet therapy

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la Pet Therapy (i meccanismi alla base degli effetti sono ancora in fase di studio) usa  l’impiego degli animali come  strumento di cura, in particolare in ambienti dove sono ospitati persone che hanno subito un “distacco” dagli affetti  (ospedali o RSA).

Nel 1964 lo psichiatra infantile Boris M. Levinson coniò il termine pet-thearapy, oggi  IAA (interventi assistiti con gli animali) riferendosi all’impiego di animali da compagnia per la cura di determinate patologie.

In persone (più frequentemente nei bambini)  affette da autismo l’utilizzo di cani  nelle sedute  terapeutiche ha avuto effetti positivi evidenziando  un’ innalzamento del livello di attenzione e interazione sociale  e un abbassamento di comportamenti aggressivi. Un ridimensionamento graduale dei sintomi e atteggiamenti tipici del disturbo.

E’ dimostrato che anche la sola presenza di un animale durante le varie situazioni vissute percepite come stressanti riduca i livelli di ansia, ripristina la pressione sanguigna e il battito cardiaco.

Il contatto fisico con un animale (ad esempio accarezzarne il pelo) riduce il livello di cortisolo, ormone simbolo dello stress.

A tal proposito il ministero della Salute, nel 2009 ha istituito il Crn (Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali di pet therapy ) e le linee guida al  fine di promuovere la ricerca, di standardizzare i protocolli operativi e potenziare le collaborazioni fra medicina umana e veterinaria.

Chi è l’operatore Pet Therapy e come diventarlo

L’operatore  in IAA è un professionista la cui formazione è strettamente regolamentata e si lavora in questo ambito solamente in equipe multiprofessionali composte da figure formate sia per le Taa/Eaa (terapia ed attività educative assistite con gli animali), sia per le Aaa (attività assistite con gli animali).

Un medico veterinario dell’equipe individua l’animale adatto alla terapia e alle determinate attività e fa lavorare il suo team per il raggiungimento  di obiettivi specifici per ciascun paziente . Ad esempio i cani sono ideali per le attività di gioco e per la sollecitazione sensoriale mentre i cavalli (ippoterapia)  produce migliorie allo stato di salute psicofisico di una persona che ne entra in contatto.

Per conoscere nel dettaglio l’iter formativo di ogni figura si può consultare  l’apposito opuscolo del Crn.