Piano rom, due milioni di euro per 10 contratti di affitto. Il grande ‘flop’ della Raggi

Quasi due milioni di euro stanziati dal Comune di Roma per il Piano rom. Trionfalmente annunciato nella delibera quadro del 2017, mai poi rimasto sostanzialmente sulla carta. Utilizzeremo tutti i fondi comunitari, aveva dichiarato tre anni fa la Raggi. Non pesando sulle casse comunali, a differenza di quanto fatto dalle precedenti amministrazioni. Una strategia che era anche stata presentata come la fine del ‘magna magna’, che sarebbe stato legato alle precedenti politiche di settore. Ma i buoni propositi adesso si scontrano contro la realtà impietosa, che fornisce una fotografia completamente diversa da quella prospettata dalla propaganda grillina.

Due milioni di euro per una manciata di centratti di affitto

I primi problemi iniziano proprio dalle risorse investite nel Piano. Perché poco meno della metà dei soldi, una cifra superiore agli 800 mila euro dei quasi due milioni disponibili verrebbero direttamente dalle casse comunali. Ma non è tutto qui, visto che ciò che più preoccupa gli osservatori e le associazioni attive sul sociale come la 21 Luglio è anche altro. In particolare infatti, tutte le date proposte a inizio mandato non sarebbero state rispettate. A cominciare dalla ricollocazione dei nomadi ospitati al Camping River, l’unico sgombero di una struttura ‘ufficiale’ effettuato dal Campidoglio. Ebbene, solo sei dei nuclei familiari presenti all’epoca nel camping avrebbero aderito al programma, ed utilizzato le risorse messe a disposizione per stipulare regolari contratti di affitto. Su oltre 200 occupanti del campo. Altri sono ritornati nei paesi di origine, sempre grazie ai soldi messi a disposizione per i rimpatri. Ma sarebbero tutti già tornati nella Capitale, sotto a qualche ponte o ad incrementare le baraccopoli degli ‘invisibili’ sulle sponde del Tevere o dell’Aniene. Insomma, un Piano mancato che definire ‘flop’ sembra addirittura poco.

Piano nomadi, anche FDI all’attacco della Raggi

La Barbuta, La Monachina e Castel Romano sono in alto mare

Se la ricollocazione dei rom presenti prima dello sgombero al Camping River è stata un fallimento, non sembra che altrove in città vada meglio. Al campo tollerato del Salario sono scappati tutti, e non è stato praticamente possibile identificare nessuno. A La Barbuta sono stati censiti 586 nuclei familiari, ma della chiusura del sito prevista per fine anno si sono perse le tracce. Stesso discorso per l’insediamento della Monachina, e adesso si parla di fine mandato come termine ultimo per risolvere le tante questioni aperte. Come a Castel Romano, dove per ricollocare i baraccati dell’area F del Campo si era pensato alle case popolari di santa Palomba. Ma dopo le proteste popolari, la giunta Raggi sta facendo un bando. Per cercare privati disponibili ad ospitare i rom al massimo per due anni. Per 35 euro al giorno a persona. E’ il contrario di quanto si leggeva nella delibera del 2017, ha fatto notare sempre la coop 21 luglio. Nella quale si indicava come presupposto degli sgomberi una preventiva ricognizione del patrimonio alloggiativo comunale disponibile. Per fornire in anticipo soluzioni che ora rappresentano nuove emergenze. Mentre Roma con oltre 300 micro insediamenti abusivi in città stacca un altro triste primato senza eguali in tutta Europa.

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