Piantedosi respinge il fango: “Mi chiamano questurino? Orgoglioso di esserlo”

Piantedosi

“Spesso vengo stigmatizzato e giudicato per essere stato un funzionario dello Stato, un ‘questurino’ come dice qualcuno facendo una semplificazione linguistica: bene, sappiate che ne sono orgoglioso, voglio dirlo pubblicamente”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, audito dalla commissione Affari costituzionali della Camera sulle linee programmatiche del dicastero.

Frontex ha segnalato solo una persona in coperta

“Le funzioni di ‘law enforcement’ e di “search and rescue’ a volte si sovrappongono: la Guardia di finanza, ad esempio, anche quando e’ impegnata in attivita’ di contrasto all’immigrazione irregolare, a volte salva le persone”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rispondendo in commissione Affari costituzionali della Camera ad una domanda sulle catena di comando e sul mancato soccorso al barcone poi naufragato in Calabria. “Si tratta di un sistema molto complesso”, ha aggiunto Piatedosi. “Frontex – ha aggiunto – aveva rilevato la presenza certa di una sola persona sopra coperta e quella presumibile, rilevata termicamente, di altre sotto coperta ma aveva anche segnalato buone condizioni di navigabilità. La tragedia – ha poi contiunauto – si è consumata solo a poche centinaia di metri dall’arrivo, per colpa di una secca”. “In attesa che la magistratura dia una compiuta ricostruzione dei fatti – ha concluso – fidiamoci delle capacità di valutazione di chi è deputato a compiere certe scelte, considerato anche che nella circostanza non c’è stato allertamento da parte di chi era a bordo”.

La ricostruzione del naufragio del barcone di migranti a Cutro

Alle ore 04.37 tramite 1530, si riceveva segnalazione riguardo la presenza di una barca a circa 40 metri dalla foce del fiume Tacina su un fondale presumibilmente sabbioso e con profondità di circa 3 metri. Alle 04.55 ci ricontattava il segnalante riferendo che le persone si stavano tuffando in acqua e stavano nuotando verso riva, evidenziava, inoltre, la presenza di probabili cadaveri e che la barca di era distrutta”. Inizia così la relazione della Capitaneria di porto di Crotone allegata agli atti dell’inchiesta della Procura di Crotone sul naufragio di domenica mattina s Steccato di Cutro. Al momento sono 66 i corpi rinvenuti ma le persone disperse sarebbero decine.

Piantedosi: “Non mi sottraggo alle mie responsabilità”

Alle ore 05.35 – prosegue la relazione – la prima pattuglia di terra G.C., giunta sul posto, riferiva di numerose persone in stato di ipotermia in spiaggia, trascinate a riva dalla risacca così come alcuni cadaveri”. “La motovedetta CP 321, intervenuta da Crotone, iniziava attività di ricerca e soccorso al largo”. Non si placano le polemiche sulla macchina dei soccorsi. Soprattutto su quel ‘buco’ di circa sei ore, tra le 22.30 di sabato 25 febbraio, quando è stato avvistato il barcone dall’aereo di Frontex, alle 4.10 del mattino, quando è arrivata una telefonata con richiesta di aiuto dalla barca al numero di emergenza 112. L’inchiesta della magistratura sull’ennesima tragedia dei migranti potrebbe approfondirà anche questo aspetto, come ha spiegato il Procuratore Giuseppe Capoccia.

“Se necessario non mi sottrarrò” alle indagini, ha detto Piantedosi, relazionando in Senato. “Non ho alcun motivo per credere a errori o sottovalutazioni perché so come operano i nostri soccorritori”.

Sono tre i presunti scafisti arrestati dalle forze dell’ordine con l’accusa di avere condotto il barcone dalla Turchia in Italia in condizioni meteo-marine di pericolo. Si tratta di un cittadino turco e due pakistani che avrebbero chiesto 8mila euro a testa per il viaggio.