Piazza del Popolo, da Giorgio a Giorgia: quel “fil rouge” della Destra (video comizio)

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Certo, a piazza del Popolo a Roma hanno parlato in molti: da Salvini a Berlusconi, dalla stessa Meloni che domani ci tornerà, fino addirittura ai grillini. Ma per la destra romana, piazza del Popolo significava solo i comizi del leader del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante. Negli anni Settanta era una tradizione, quasi una liturgia. Il comizio del venerdì prima delle elezioni si tenevano sempre in quella piazza bellissima e così cara ai romani. Anche se non era in realtà l’ultimo comizio della campagna elettorale. Per una altrettanto consolidata tradizione cara al segretario, l’ultimo comizio in assoluto era la sera a Viterbo. Dove spesso molti attivisti missini si trasferivano dopo aver assistito a quello di Roma.

“L’Inno a Roma” a piazza del Popolo

Dopo “L’Inno a Roma” il segretario prendeva la parola, in un tripudio di bandiere e striscioni. E allora era musica, era politica, era cuore. Molti altri politici l’hanno riempita dopo di lui, ma certo nessuno come lui. Le volte che non l’ha riempita completamente saranno state al massimo due, ma anche in quelle occasioni l’impegno di Almirante fu completo, forse anche più del solito. No, non è nostalgia per i temporis acti, perché questi tempi, stando ai sondaggi, sono ancora migliori di quelli andati. E certo: il Msi se le sognava quelle percentuali accreditate oggi a Fratelli d’Italia e alla sua leader Giorgia Meloni. Ricordiamo però che Almirante non credeva molto ai sondaggi, come dichiarava alle Tribune politiche dell’epoca. Però non c’erano gli strumenti odierni. Lui più dell’8,7 per centro non andò mai.

Oggi Meloni e Michetti nella storica piazza romana

E domani, alle ore 16.30, in Piazza del Popolo a Roma, la destra tornerà ancora una volta alla sua cerimonia tradizionale e popolare. Si svolgerà la manifestazione “L’Italia del riscatto”, organizzata da Fratelli d’Italia in occasione delle elezioni amministrative a Roma. Interverranno il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti. Quest’ultimo è in testa a tutti sondaggi, a grande distanza dall’opaco Gualtieri, dalla devastatrice Raggi e dall’ondivago Calenda. Botte da orbi tra tutti  i candidati, tranne Michetti, che si sono accusati reciprocamente delle peggiori nefandezze con toni molto aspri e a volte indecorosi. Michetti, invece, abbiamo notato, si è tenuto fuori dalla indegna bagarre, preferendo puntare sulla concretezza e sulla serietà.

Come faranno piddini e grillini a dimenticare di essersi sbranati per anni?

E al ballottaggio, dopo essersi scambiati insulti terribili, post comunisti, grillini e i pochi seguaci dell’ex Pd Calenda si riuniranno nel solito tedioso patto contro la Destra. Confermando che tutto ciò che hanno detto in campagna elettorale erano solo bugie, strumenti per raccattare qualche voto in più. I romani se lo ricordano però cosa si sono detti per cinque anni grillini e piddini: si sono sbranati senza pietà anziché fare il loro lavoro di amministratori, come i fatti dimostrano. Il centrodestra unito ha ora la possibilità, a piazza del Popolo, di dimostrare la coesione, la coerenza e il sogno realizzabile di una Roma migliore.