Pietro Genovese a processo: ‘Non sono evaso, dormivo’

“Non sono evaso, dormivo”. Questo il sunto del racconto di Pietro Genovese, agli arresti domiciliari a seguito dell’incidente stradale in Corso Francia, dove morirono le giovanissime Gaia Von Freyemann e Camilla Romagnoli.
Il figlio del regista Paolo Genovese si difende dall’accusa di evasione, riferendosi all’episodio del 16 gennaio del 2021, che ora gli viene contestato dal Giudice Monocratico del Tribunale di Roma. Il 24enne racconta che quel giorno, dopo aver pranzato con il fratello minore e la sua fidanzata, era andato nella sua stanza, come sempre.

Il controllo
Nel primo pomeriggio erano passati i carabinieri per il controllo e Pietro aveva firmato. Ma quando erano tornati alle 17:50 nessuno aveva risposto, malgrado avessero atteso fino alle 18:05. “Ero tornato in camera”, ha raccontato Genovese, dicendo di essersi addormentato senza volere, malgrado solitamente fosse molto attento a non farlo, proprio perché “consapevole dell’importanza di rispondere ai controlli”.
Le telecamere di videosorveglianza
Il ragazzo è tranquillo, convinto di poter dimostrare di non essere mai uscito di casa. Secondo la difesa, infatti, le telecamere del condominio – nel quartiere Coppedè, dove Pietro vive con i genitori, il fratello e la sorella – non hanno mai ripreso Genovese. “Le telecamere riprendono chiunque entri o esca dal palazzo e io non sono nelle riprese, perché ero in casa”, ha spiegato al giudice. Giudice che potrebbe decidere il prossimo 7 giugno, giorno in cui è stata rinviata la prossima udienza del processo.