Pomezia, Coop Sedici Pini verso la chiusura, 60 lavoratori a rischio: sciopero e protesta contro Unicoop Etruria

Coop Sedici Pini

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Per oltre vent’anni è stato un punto fermo. La spesa quotidiana, le chiacchiere alla cassa, un supermercato che era diventato parte del quartiere. Oggi, invece, la Coop del centro commerciale Sedici Pini, sulla via del Mare tra Pomezia e Torvaianica, sta per abbassare le serrande. Unicoop Etruria ha annunciato la chiusura e la cessione di 24 punti vendita e tra questi c’è anche quello pometino. Una notizia che ha colpito come una doccia fredda i 60 dipendenti dello store pometino. L’età media è intorno ai 50 anni: troppo giovani per la pensione, troppo avanti con l’età per sperare in una ricollocazione facile. Per molti di loro non è solo la perdita di un lavoro, ma la fine di una sicurezza costruita in oltre vent’anni di servizio.

Dipendenti Coop Sedici Pini, nessuna certezza per il futuro

Per mesi i lavoratori hanno chiesto spiegazioni. Le risposte erano state rassicuranti. Poi, all’improvviso, la comunicazione ufficiale: il punto vendita chiude, per passare a un altro gruppo. Non si sa ancora quale. Non si sa se assorbirà il personale esistente e in quale percentuale. Nessun vero confronto, nessun piano chiaro di ricollocamento, nessuna garanzia.

A livello complessivo, il piano di Unicoop Etruria coinvolge 520 lavoratori tra Lazio e Toscana, con dismissioni che toccano anche Colleferro, Fonte Nuova, Torrenuova, oltre ai supermercati Superconti di Impruneta, Capena e Orte. A Pomezia l’età media dei lavoratori è intorno ai 50 anni e più, troppo presto per la pensione, troppo tardi, nella realtà del mercato del lavoro, per sperare di ricollocarsi in modo adeguato. O anche solo per sperare di ricollocarsi.

La protesta e l’appello alle istituzioni

Giovedì 18 dicembre i lavoratori incroceranno le braccia. Uno sciopero che non è solo una vertenza sindacale, ma una richiesta di attenzione rivolta alle istituzioni e ai cittadini. “Quello che stiamo vivendo non è solo una crisi aziendale, ma una contraddizione evidente rispetto ai valori cooperativi”, scrivono. “Una cooperativa dovrebbe tutelare il lavoro, la partecipazione e la mutualità. Invece, oggi assistiamo a scelte calate dall’alto che trattano i lavoratori come un semplice costo da ridurre, mentre si continua a utilizzare il nome “Coop” e a beneficiare delle agevolazioni del sistema cooperativo. Per noi, che abbiamo dedicato anni – in molti casi decenni – a questa realtà, tutto questo rappresenta un tradimento profondo. Non chiediamo privilegi, ma trasparenzarispetto e tutele reali“.

Nel documento i lavoratori denunciano una gestione priva di trasparenza e di confronto reale, che li ha lasciati da un giorno all’altro in una condizione di totale incertezza. E parlano di valori che, secondo loro, vengono evocati solo nei comunicati, mentre il marchio Coop continua a beneficiare del suo peso e delle agevolazioni del sistema cooperativo.

Sindacati sul piede di guerra: “Piano irricevibile”

La reazione dei sindacati è durissima. Il piano viene bollato come “irricevibile”. “Non può essere questa la modalità di affrontare un tema così delicato”, afferma Giulia Falcucci, segretaria della Fisascat Cisl Roma. L’obiettivo dichiarato è uno solo: salvaguardare l’occupazione di tutti i lavoratori, puntando anche sull’eventuale ingresso di terzi subentranti nei punti vendita destinati alla cessione. Il nodo resta l’età dei dipendenti. “La maggior parte ha circa 50 anni: troppo giovani per andare in pensione, troppo grandi per rientrare facilmente nel mercato del lavoro”, sottolinea, annunciando il coinvolgimento delle istituzioni locali.

Ancora più netto Fabio Fois della Filcams Cgil Roma e Lazio: “Si stanno mettendo alla porta lavoratrici e lavoratori che sono in Coop da 20 o 30 anni. Chiudere supermercati in territori dove la fidelizzazione è il vero punto di forza ha un impatto sociale enorme, che non può essere ignorato”. La richiesta è un ripensamento totale del piano e un vero rilancio dei punti vendita, non la loro chiusura.

“Il fatto che l’azienda come contromossa mandi i capi area a tranquillizzare i dipendenti di 24 punti vendita lo reputo avvilente: è un gesto che umilia ancora di più i lavoratori”, commenta Maria Elvira Fatiganti di UILTUCS ROMA E LAZIO. “L’azienda dovrebbe capire che dietro ai badge e ai numeri di matricola ci sono persone, famiglie, vite che contano. E non numeri”, conclude.

Il PD di Pomezia al fianco dei lavoratori

Alla mobilitazione ha aderito anche il Partito Democratico di Pomezia, che ha annunciato la propria presenza alle iniziative di protesta. “Una scelta grave – scrive il PD – che scarica sui lavoratori errori gestionali e mancanza di visione industriale”. In gioco, sottolineano, non ci sono solo 60 posti di lavoro, ma la tenuta sociale ed economica di un intero territorio.

La partita della Coop Sedici Pini non riguarda solo un punto vendita. Riguarda il futuro di centinaia di famiglie, il ruolo delle cooperative oggi e il confine sempre più sottile tra impresa e responsabilità sociale. Nel negozio spiccano i cartelli con scritto “Buon Natale”, che viene augurato ai clienti. Per i lavoratori di certo non lo sarà. Per loro la certezza è una sola: dopo vent’anni passati dietro quei banchi, non intendono sparire in silenzio. E chiedono che qualcuno, finalmente, li ascolti.

Coop Sedici Pini
Coop Sedici Pini – www.7colli.it