Pomezia, da grillini e comunisti ancora un oltraggio ai martiri delle foibe

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“A Pomezia, durante il consiglio comunale di due giorni fa, una maggioranza Pd e 5 stelle ha bocciato la proposta per intitolare il giardino di via Farina a Norma Cossetto, negandone di fatto la realizzazione”. Così Marino Micich direttore dell’archivio del Museo storico di Fiume. “La motivazione? Sembra che Cossetto – spiega all’Adnkronos – sia stata considerata per certi versi una delle responsabili della politica fascista in Istria in quegli anni. Da alcuni interventi di un consigliere comunale in quota 5 stelle è fuoriuscita più o meno questa interpretazione divisiva di un fatto storico assai complesso. Si può rigettare ogni proposta poiché siamo in democrazia, ma non con questo tipo di motivazioni perentorie e non dialoganti”.

Molti esuli sono sepolti al cimitero di Pomezia

“Chiederemo al sindaco di Pomezia – ha aggiunto – di poter intervenire in merito nei modi e termini che riterrà più opportuni. Mio padre, come molti altri esuli, sono sepolti al cimitero di Pomezia e sarebbe giusto che una lapide ne ricordasse l’esilio e le ingiustizie subite solo perché italiani”, conclude. “Ci risiamo. La storia di Norma Cossetto non è la prima volta che fa scaturire palesi forme di ignoranza e schizofrenia istituzionale. A Pomezia la maggioranza della giunta comunale nega la titolazione di uno spazio pubblico alla martire istriana”. Lo dice all’Adnkronos Carla Cace presidente dell’Associazione Nazionale Giuliano Dalmata. “Norma Cossetto, però – aggiunge – è Medaglia d’oro al merito civile.

I consiglieri di Pomezia ignorano la storia

Da decenni la sua storia – nonostante ripetuti tentativi negazionisti – simboleggia il sacrificio di donne e uomini italiani che per amore d’Italia morirono per mano della barbaria comunista jugoslava. Già nel 1949, fu proprio il celebre latinista e parlamentare comunista Concetto Marchesi a proporre qui in Italia la laurea honoris causa alla memoria di Norma Cossetto. E nel 2005 – prosegue la Cace – la Repubblica italiana, sotto la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, insignì Norma della Medaglia al Valor civile”. “Scrissero la storia della Cossetto studiosi come Frediano Sessi, Arrigo Petacco e Gianni Oliva, solo per citarne alcuni. Ma questo probabilmente non lo sanno i consiglieri di Pomezia. O fingono di non saperlo”, conclude.

Ghera e Righini: a Pomezia disattesa la legge dello Stato

Anche il gruppo di FdI alla Regione Lazio protesta. “Desta sconcerto la decisione dell’amministrazione comunale di Pomezia di bocciare la proposta di intitolare un giardino pubblico della città a Norma Cossetto. Inaccettabili le motivazioni addotte da alcuni consiglieri Pd e M5Stelle, intrise di ignoranza e becero ideologismo tendente a negare, o ancora peggio a spiegare, il martirio della giovane istriana con il suo essere figlia del podestà. E volto a disconoscere la tragedia delle decine di migliaia di persone uccise nelle foibe. Stigmatizziamo come anche stavolta nessuna delle persone presenti abbia sentito il dovere di difendere la memoria di  Norma Cossetto, anche in quanto simbolo delle vittime femminili di tutte le guerre.

Rampelli: la Cossetto trucidata dai comunisti titini

Dispiace che la cittadinanza di Pomezia, sempre osservante e partecipe del Giorno del Ricordo, debba essere rappresentata da consiglieri comunali che disattendono la stessa legge 92 dello Stato che ha istituito queste celebrazioni”. Lo afffermano in un comunicato Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi alla Regione Lazio e Giancarlo Righini consigliere regionale del Lazio di Fdi. Interviene nella vergognosa vicenda anche Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera. “È vergognoso quanto accaduto a Pomezia, dove la maggioranza Pd e 5 Stelle del consiglio comunale ha bocciato la proposta di intitolare il giardino di via Farina a Norma Cossetto. Seviziata, trucidata e poi gettata in una foiba dai partigiani comunisti slavi, infoibata nel 1943 e insignita dal Presidente Ciampi della Medaglia d’oro al merito civile”.

“Esiste una legge dello Stato -aggiunge- che istituisce il 10 Febbraio come Giornata del Ricordo, preoccupa che ci sia ancora qualcuno che si volti dall’altra parte di fronte all’orribile tragedia delle foibe. Dire no all’intitolazione dei giardini a Norma significa oltraggiare la memoria degli italiani e degli esuli di Fiume, Istria, e Dalmazia”, conclude Rampelli.