Pomezia, le Fiamme Gialle scoprono mega evasione fiscale tra palestra e concessionaria

viterbo guardia di finanza (2)

Erano impiegati “in nero” i 50 addetti di una palestra di Pomezia individuati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. A  seguito di indagini su una concessionaria di autovetture del posto avviata al fallimento. Dopo aver accumulato oltre 25 milioni di euro di debiti verso il fisco. Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri e il coordinamento del II Gruppo di Ostia, le Fiamme Gialle della Compagnia pometina hanno riscontrato una serie di illeciti.

L’attività di Pomezia evadeva sistematicamente il fisco

Per sottrarsi al pagamento delle imposte, il titolare della rivendita di autovetture sita a Pomezia aveva prelevato dai conti correnti della società oltre un milione di euro. Sia in contanti, sia mediante bonifici disposti a favore di una palestra a lui stesso riconducibile. Gli accertamenti, estesi anche alla struttura sportiva, hanno permesso di riscontrare la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali. Ma soprattutto l’impiego, in difetto di qualsivoglia comunicazione al sistema informativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di receptionist, addetti di sala, istruttori, addetti alle pulizie, impiegati di segreteria ed esperti di marketing e di social communication.

Maxi-sanzione di 300mila euro

L’amministratore della società che gestisce la palestra, oltre ad essere stato segnalato all’Ispettorato del Lavoro per l’impiego delle maestranze “in nero” con l’irrogazione di una maxi-sanzione per euro 300.000, dovrà vedersela con l’Agenzia delle Entrate. Perché ha occultato ricavi per oltre 350.000 euro dal 2017 al 2019.

Conclusione delle indagini per tre persone

Gli elementi raccolti hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere l’avviso di conclusione delle indagini. Coinvolte 3 persone – l’amministratore di diritto della società, quello di fatto. E anche un complice di quest’ultimo che si era occupato dei prelevamenti dalla società poi “decotta”. Tutti indagati per i reati di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L’operazione testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a salvaguardia dell’economia locale e nel contrasto delle condotte illecite che sottraggono introiti all’Erario.