Pomezia, pecore al pascolo vicino l’aeroporto di Pratica di Mare: lo Stato chiede al pastore 100mila €

Sullo sfondo, l'aeroporto militare di Pratica di Mare, a Pomezia, foto Google Maps, in primo piano un gruppo di pecore

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Pomezia, pecore al pascolo vicino l’aeroporto militare di Pratica di Mare: lo Stato (per la precisione l’Agenzia del Demanio) chiede al pastore quasi 100mila € di ‘risarcimento’ per occupazione ‘abusiva’. Con una sentenza che promette di fare discutere, il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso presentato dall’allevatore M. F. contro l’Agenzia del Demanio.

La vicenda riguarda l’utilizzo, ritenuto abusivo dallo Stato, di alcuni terreni militari situati a ridosso dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, nel Comune di Pomezia, frazione di Torvaianica, utilizzati dal pastore per oltre trent’anni.

All’origine del contenzioso giudiziario c’è una richiesta di pagamento pari a 94.892 euro — una somma che lo Stato pretende come indennizzo per l’occupazione ‘sine titulo‘ – ossia senza autorizzazione formale – di un terreno demaniale tra il 12 novembre 2009 e il 31 gennaio 2020, quindi nell’arco di 11 anni. Secondo l’amministrazione, F. avrebbe continuato a utilizzare i fondi nonostante la concessione fosse scaduta ormai da decenni.

Pomezia, aeroporto di Pratica di Mare: dalla concessione al contenzioso

Tutto parte da un atto del 16 maggio 1988, quando l’Intendenza di Finanza concesse a M. F. l’uso di un’area militare a scopo di pascolo. Il titolo, valido sei anni, è scaduto il 31 ottobre 1994. Da allora, nessun rinnovo è stato formalizzato, ma l’attività pastorale è proseguita. Flore sostiene di aver sempre operato nella convinzione che un rinnovo fosse imminente, anche in virtù di scambi epistolari con la stessa amministrazione che sembravano confermare quella prospettiva.

Per l’Agenzia del Demanio, invece, il comportamento dell’allevatore è da configurarsi come un’occupazione illegittima, avvenuta in assenza di qualsiasi titolo valido. Una posizione ribadita in numerosi atti, tra cui una nota del 4 febbraio 2020 e l’intimazione ufficiale del 12 gennaio 2021, che imponeva la restituzione del terreno e il pagamento dell’indennità.

Il terreno conteso di Pomezia, vista aeroporto di Pratica di mare

I terreni si trovano in una zona strategica: all’esterno della recinzione dell’aeroporto militare “Mario De Bernardi” di Pratica di Mare, a ridosso della località di Campo Ascolano. Nonostante l’area sia formalmente parte del demanio militare, essa è da anni adibita al pascolo, con tanto di strutture costruite dal pastore per supportare l’attività agricola.

Nel luglio 2020, un sopralluogo della stessa Agenzia del Demanio ha accertato la presenza di opere non autorizzate, definendo “abusiva” l’occupazione. Da qui è scaturita l’ordinanza del 1° marzo 2021, con cui il Comando dell’Aeroporto ha ordinato a F. di rilasciare il terreno, minacciando altrimenti il ricorso alla forza pubblica.

Il rimpallo tra amministrazioni e tribunali

F. non ha accettato passivamente le accuse. Ha presentato un ricorso gerarchico il 27 maggio 2021, chiedendo l’annullamento della richiesta di pagamento. Tuttavia, la Direzione Regionale del Lazio dell’Agenzia del Demanio ha respinto la richiesta, confermando che non vi fosse alcun titolo valido o procedura in corso per il rinnovo della concessione.

Da lì, il pastore ha avviato una battaglia su due fronti: da un lato il ricorso al Tar, dall’altro una causa civile presso il Tribunale di Roma, culminata con una sentenza sfavorevole il 30 agosto 2024. In quella sede, F. ha chiesto anche un risarcimento danni per responsabilità precontrattuale, accusando l’amministrazione di aver alimentato aspettative mai soddisfatte.

Fine (per ora) di una storia emblematica

All’udienza pubblica del 28 maggio 2025, il Tar ha chiuso — almeno per quanto riguarda la giustizia amministrativa — la porta al ricorso, dichiarandolo inammissibile per difetto di giurisdizione. Il cuore della questione, infatti, è ritenuto di competenza della giustizia civile, trattandosi del pagamento di un’indennità legata all’occupazione di un bene pubblico.

La sentenza riporta il contenzioso sul piano economico, lasciando intatti i nodi politici e amministrativi di fondo: per trent’anni un’attività agricola è stata tollerata — se non addirittura informalmente incoraggiata — su terreni sensibili dello Stato. Poi, d’improvviso, arriva la mano dura, con tanto di richiesta da quasi 100mila euro e minaccia di sgombero coatto.

Resta il dubbio su quante situazioni simili si nascondano nei meandri delle concessioni pubbliche dimenticate. E su quanto possa costare, oggi, una pecora che bruca l’erba nel posto sbagliato.

Pomezia, l’aeroporto militare di Pratica di Mare, mappa dell’area di interesse, foto Google Maps