Porro difende Meloni, se Conte è Churchill siamo freschi(video)

Nicola Porro difende a spada tratta Giorgia Meloni e Matteo Salvini dall’attacco frontale sferrato ieri sera in conferenza stampa dal premier Giuseppe Conte. Nella sua Zuppa di Porro affidata a un video imperdibile su Facebook il giornalista e conduttore di Quarta Repubblica non ci va certo leggero. E mette alla berlina la conferenza stampa del premier. La aspettavamo tutti da due giorni, attacca Porro. Perché Casalino aveva creato la suspance per l’ennesima diretta alla Nazione del Presidente del Consiglio. Certo quando la comunicazione istituzionale di Palazzo Chigi te la cura uno che è uscito dal Grande Fratello qualche dubbio te lo dovresti porre. E capire perché il rapporto con la stampa non va sempre benissimo. Ma poi questa conferenza e’ arrivata. Ci aspettavamo di sentire cose sulla fase 2, la ripresa dell’Italia. E sul MES. Invece il premier ci ha detto che la colpa è delle opposizioni. Se l’Italia sta incontrando difficoltà  nelle trattative in Europa. E ha fatto nomi e cognomi. Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Meno male che Conte si sente Churchill, chiosa Porro. Il leader di oltremanica una cosa così non se la sarebbe mai sognata.

 

Porro, se Conte è Churchill io sono Montanelli. Alla sua conferenza di ieri manca solo il balcone

Conte si sente come Churchill. Solo alla guida dell’Italia nell’ora più buia. E per il giornalista Nicola Porro che l’ora sia drammatica non c’è dubbio. Ma se Conte è Churchill allora io sono Montanelli, attacca Porro. In queste conferenze stampa che si susseguono a ritmo serrato il premier italiano appare quesì sempre solo. La regia di Casalino prevede solo delle controfigure, a volte la Azzolina, altre Gualtieri. Ma la scena è tutta e solo per il Presidente del Consiglio. Una scenografia alla quale manca solo il balcone. Ma dai, prosegue Porro. Ieri il premier ci ha detto che riapriranno le librerie. Sono contento, anche io ho il mio libro da vendere. E i librai li adoro. Ma la gente non ha i soldi per mangiare. Forse sono gli amici radical chic di Conte che si annoiano sulle loro terrazze. E che vogliono leggere qualche libro per passare il tempo. Il tutto mentre gli Italiani sono prigionieri in casa. Perché il partito unico del virus ci dice che devono decidere gli esperti. Ma scherziamo? Gli esperti fanno gli studi e la politica decide. Mi ricorda Mani pulite. Quando gli esperti erano i magistrati.

Conte si chiarisca con Casalino. La Meloni il MES non lo ha mai votato

Conte dovrebbe chiarirsi con il suo inquilino di Palazzo Chigi. Perché la Meloni il MES non lo ha mai votato e nel 2012 al governo c’era Monti, mica lei. Io non devo fare l’avvocato della Meloni, incalza Porro. Ma certo Conte non si dimostra l’avvocato degli Italiani. Come posso fidarmi di un Presidente del Consiglio che da’ dei falsi ai leader dell’opposizione a reti unificate raccontando che una era al governo quando non c’era? A Palazzo Chigi hanno fatto una task force contro le fake news. Ecco, adesso dovrebbe agire per smascherare le fakes di Conte. E ci dovrebbero spiegare anche qualcosa sulle altre task force istituite in questa emergenza. Per esempio le 77 persone assunte per sviluppare la app che ci dovrà tracciare tramite telefonino. Ovviamente ad emergenza ampiamente finita. O il ruolo di Borrelli e di Arcuri, che non si capisce bene cosa stia facendo. Ci manca solo il Ministero della Verità di George Orwell e siamo a posto. Mettetevi in testa una cosa, conclude Porro. Se i soldi non ci sono e i liberi professionisti non lavorano l’economia non riparte. E il sito dell’INPS è andato in tilt appena sono arrivate le domande. Per avere quei 600 euro a partita IVA che sono poco più dell’elemosina. Ma la colpa è della Meloni e di Salvini. Toc toc, Italiani. È ora di svegliarsi.