Porto di Anzio nel caos: “Amministrazione incapace, deve dimettersi”

Il porto di Anzio, foto dall'alto

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Il porto di Anzio, cuore pulsante della città e simbolo storico del suo legame col mare, è oggi ridotto a un triste scenario di degrado e paralisi. L’insabbiamento del canale di accesso, denunciato da mesi, ha reso lo scalo marittimo completamente inagibile, lasciando a terra pescatori, bloccando i collegamenti con le isole Pontine e mettendo a rischio l’intera stagione turistica. Di fronte a questa emergenza, il partito Noi Moderati di Anzio lancia un appello duro e senza mezzi termini: l’amministrazione comunale deve dimettersi.

Fondi regionali disponibili, ma i lavori non partono

A gennaio 2025, la Regione Lazio ha stanziato 350.000 euro, cui si sono aggiunti altri 1.000.000 di euro il 14 maggio, destinati al dragaggio del porto di Anzio. L’obiettivo era chiaro: rimuovere 24.000 metri cubi di sabbia che ostruiscono l’accesso al bacino portuale. Ma a distanza di mesi, i lavori non sono mai iniziati. Una paralisi che ha del paradossale. Il 19 marzo 2025, il sindaco Aurelio Lo Fazio e il vicesindaco Pietro Di Dionisio, anche assessore ai Lavori Pubblici e al Demanio, avevano promesso pubblicamente di procedere con gli atti necessari per affidare l’intervento. Eppure, ad oggi, non è stato mosso un solo granello di sabbia.

Il grido di allarme dei pescatori: “Siamo fermi, senza lavoro”

La situazione ha travolto il settore della pesca, tradizione e fonte di reddito per decine di famiglie anziate. Le barche sono ferme, inutilizzabili. I pescatori, spina dorsale dell’economia locale, non possono lavorare. Molti di loro sono costretti a casa, con gravi difficoltà economiche. A questo si aggiunge il danno per il turismo: i traghetti per Ponza e Ventotene non partono, danneggiando l’intero indotto turistico. “Un porto chiuso è la morte di Anzio, un’umiliazione per una città con vocazione marittima e prestigio internazionale”, affermano i rappresentanti di Noi Moderati.

Il consiglio comunale ignora la crisi: priorità a Mussolini

A peggiorare il quadro, la totale assenza di dibattito istituzionale sulla crisi del porto. Il consiglio comunale del 27 maggio 2025, convocato in piena emergenza, ha ignorato il problema, preferendo discutere di una mozione simbolica sulla cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, risalente a un secolo fa. Una scelta che ha suscitato indignazione tra i cittadini e tra gli operatori del settore marittimo, che si aspettavano soluzioni, non polemiche anacronistiche.

Noi Moderati: “Dimissioni subito, Anzio merita di più”

In una nota firmata dal consigliere comunale Silvio Marsili, dal coordinatore Umberto Succi e da tutto il direttivo del partito Noi Moderati di Anzio, viene chiesta con forza la fine dell’attuale giunta, definita “latitante, inefficiente e inadeguata”. “Mentre altri porti del Lazio ricevono investimenti, rilancio e visibilità – basti pensare alla recente visita dell’Amerigo Vespucci in altri scali regionali – Anzio resta bloccata, invisibile, dimenticata”, sottolinea la nota.

Il partito chiede le dimissioni immediate del sindaco Lo Fazio e della giunta, per dare spazio a una nuova amministrazione capace di agire, pianificare, e soprattutto restituire al porto di Anzio la sua funzione vitale per l’economia e il turismo locale.

Porto di Anzio nodo cruciale per il rilancio della città

Il problema del porto non è solo un problema tecnico o infrastrutturale ma un’emergenza sociale, economica e identitaria. Il futuro di Anzio passa necessariamente dalla riapertura del suo scalo marittimo, oggi simbolo dell’immobilismo politico. Nel frattempo, cresce il malcontento popolare e l’attesa per risposte concrete. Anzio non può permettersi di perdere un’altra estate, né può più tollerare un’amministrazione che, di fronte ai problemi, sceglie il silenzio e l’inazione.