Fa ancora rumore quel pranzo con Fini. 4 pagine sul Corriere

Eppure non stiamo più nella politica attiva io e Gianfranco Fini, ma quel pranzo continua a fare rumore. E oggettivamente sembra davvero incredibile.
Pubblico qui sotto le quattro pagine che sul Corriere Sette ci ha dedicato con la sua deliziosa penna Tommaso Labate, che mi ha intervistato presso Il Tempo pochi giorni dopo proprio quel pranzo con Fini.

Quel pranzo con Fini piaciuto a Tommaso Labate
Certo, a Labate non è andato di traverso se lo racconta in maniera gustosa attraverso le domande che mi ha rivolto. E a quelli che non hanno gradito non dico “pazienza” perché sarebbe arrogante. Ma rivolgo loro un garbato invito alla lettura. Perché si parla della storia della destra italiana andata al governo e non di un giocattolino per pochi.
La stessa scelta della foto che correda l’intervista – ero appena stato eletto deputato nel 1994, ero in bici a Capo d’Orlando sventolando il Secolo d’Italia allora in edizione cartacea – è significativa dell’epoca che si aprì allora per molti di noi e proprio sotto la guida di Fini.
Per alcuni – ma stavolta e finalmente non per tutti – galeotto fu quel pranzo. Ma è sbagliato, lo dico per i pochi più pesanti nei commenti, negare il diritto e il dovere di ritrovarsi, sia pure a mangiare assieme. Si imputano a Fini errori ma non se ne riconoscono i meriti. Ci sta. Ma non è vero che la destra in Italia non ci sia più, tanto è vero che c’è un’offerta plurale e consistente che va dalla Meloni a Salvini. Quante volte siamo caduti e ci siamo rialzati. E in tutti i casi mai da soli, non dimenticarlo mai…
Non ci si sfidi troppo, visto che la politica la conosciamo….
Quell’epoca ha rappresentato comunque un passaggio decisivo: in Italia la destra è demonizzata solo dai faziosi e proprio allora si conquistò il diritto a governare.
E forse proprio questo deve aver stimolato l’intervista di Labate su quel pranzo con Fini. Perché tutti assieme abbiamo rappresentato un pezzo fondamentale della nostra storia, ciascuno con la propria personalità ma guai a perdere il rispetto. E sarà bene non sfidare troppo la capacità nostra di fare politica….