Preso lo schiaffeggiatore seriale di Stazione Termini: seminava il panico tra le donne

Amici Miei

Una brutta e sgradevole copia di una scena di Amici Miei, quella che ha visto come protagonista un immigrato 37enne, che ha seminato il panico a Stazione Termini schiaffeggiando un imprecisato numero di viaggiatrici e di romane.

Lo ha segnalato la polizia locale di Roma, denunciando quanto accaduto nell’ambito del rafforzamento dei controlli predisposti dal Comando Generale della Polizia Locale nell’area della Stazione Termini.

Una pattuglia dell’Unità SPE (Sicurezza Pubblica Emergenziale) ha infatti fermato sabato mattina un uomo segnalato come schiaffeggiatore seriale di donne. I vigili della Polizia locale hanno individuato l’autore dei folli gesti, un cittadino di nazionalità ceca di 37 anni, mentre si trovava tra le persone che accalcano l’ingresso della stazione Termini.

Stazione Termini: chi è lo schiaffeggiatore arrestato

I precedenti risalgono al febbraio scorso, quando una pattuglia della Polizia Locale era stata la prima ad intervenire in aiuto di una vittima, colpita con un violento ceffone in pieno viso mentre scendeva dall’autobus a piazza dei Cinquecento. Gli agenti avevano provveduto ad assicurarle nell’immediato le cure mediche, ricevendo, alcuni giorni dopo, denuncia per lesioni a carico del folle schiaffeggiatore, di cui erano stati acquisiti i primi elementi per poter avviare le ricerche. Sono tuttora in corso accertamenti presso gli uffici della Polizia Locale del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana di via Macedonia.

Nel 2015, l’attore Gastone Moschin ha rivelato al Corriere Veneto un particolare riguardante la sequenza degli schiaffi alla stazione, girata nel film Amici miei. L’attore che impersonava l’architetto Melandri ha raccontato che: “Il gruppo delle comparse non sapeva minimamente cosa l’aspettasse. Dovevano fare i passeggeri e Monicelli disse loro di sporgersi dai finestrini del treno, fine. Quando iniziammo a schiaffeggiarli, ed erano schiaffi veri, reagivano come avrebbero reagito nella vita reale. Finì che, portata a casa la scena, quando scesero dal treno volevano menare tutta la produzione, regista compreso”. In pratica, una “zingarata” (vera) nella “zingarata” (recitata).

Nella foto una scena del film Amici miei