Prezioso registro risalente a Pio VII restituito dai carabinieri all’Archivio di Stato

È stato restituito nei giorni scorsi nella sede dell’Archivio di Stato a Roma, alla direttrice Maria Beatrice Benedetto, dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia, Tenente Colonnello Guido Barbieri, l’importante registro appartenente a quel fondo storico. Il titolo del documento è “Raccolta di oggetti di massima relativi alla Direzione Generale del debito pubblico dello Stato Pontificio”, datato alla prima metà del XIX secolo. L’atto pubblico, risalente al periodo preunitario, è composto da 200 pagine rilegate in una copertina in cartone rigido e rappresenta un’interessante raccolta manoscritta di riferimenti normativi.
I documenti del registro emanati tra il 1800 e il 1860
Tutti relativi ad atti emanati fra il 1800 e il 1860 dall’Ufficio istituito nel 1816 con motu proprio da Papa Pio VII. Incaricato di gestire e ricomporre la situazione debitoria dell’erario dello Stato della Chiesa dopo la dominazione francese. Il documento ha un valore commerciale sul mercato antiquario di circa duemila euro. Riveste particolare rilevanza storico-culturale per la sua valenza documentale quale scrittura pubblica, risultando tutelato ope legis e pertanto inalienabile. Doveva trovare collocazione nella raccolta di documenti conservati presso l’Archivio di Stato e non nella disponibilità di un privato, come invece hanno accertato i Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma nel corso delle indagini condotte sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria di Ancona.

Il registro era in vendita online
L’indagine che ha condotto gli investigatori dell’arte a recuperare oltre al registro restituito altri numerosi beni librari e archivistici, ha preso avvio alla fine del 2019. Nell’ambito delle attività di monitoraggio del mercato antiquario e delle vendite online. Individuata quindi l’inserzione di un utente che proponeva la vendita di un antico e raro libro dal titolo “Opere del Petrarca”. Libro pubblicato a Venezia nel 1528, riconducibile per le particolari marcature alla Biblioteca Diocesana del Seminario di Todi.
Il possessore denunciato per ricettazione
Gli approfondimenti investigativi hanno identificato il venditore, un sessantenne di Ancona. Nei confronti del quale, oltre alla denuncia per il reato di ricettazione, eseguita la perquisizione. La quale ha portato i carabinieri a sequestrare altro materiale documentale e librario di interesse storico. Tutto proveniente da archivi e biblioteche di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Per il quale l’uomo non ha saputo fornire informazioni a riscontro di un possesso lecito.