Così i candidati del Pd alle primarie fanno male a D’Amato

Ormai siamo all’aspetto più comico delle primarie del Pd, con il povero D’Amato che si deve riparare dal fuoco amico. I candidati alla segreteria stanno per prepararsi a “manifestazioni unitarie per Lazio e Lombardia” e sarà bello accomodarsi in poltrona con popcorn.

Perché c’è davvero da sbellicarsi ad immaginare i loro discorsi. Chi attaccherà i Cinquestelle per la mancata alleanza nel Lazio che invece hanno detto sì per la Lombardia? E chi si incaricherà delle contumelie da riservare a Renzi e Calenda per il no a Majorino a Milano e dintorni, mentre invece ci stanno con D’Amato orfano dei grillini?

Primarie Pd dannose per D’Amato

Un guazzabuglio incredibile. Sui loro palchi dovranno ben distinguersi anche per le differenze congressuali, se esistono. Chi insegue ancora il campo largo distinto dal versante riformatore, e chi ci capisce è bravo e magari riuscirà a non farci sbadigliare.

La realtà è che i quattro compagneros all’assalto del Nazareno, dove vincerà Bonaccini, sono già rassegnati alla sconfitta alle regionali e devono fingere di essere interessati alla sorte dei loro candidati governatori e soprattutto ai voti che prenderà e perderà il Pd.

È su quest’ultimo dato che giocano la partita del domani, e non certo per un candidato come D’Amato, ad esempio, che ha già detto in tv che delle primarie del Pd non gliene frega un tubo, figurarsi a loro di lui. Idem per Majorino, che magari tenta di mascherare un po’ meglio il suo disinteresse.

Solo odio contro il centrodestra

Entrambi i contendenti per le regioni si limitano a scatenare campagne di odio contro i candidati del centrodestra, ma le asticelle dei sondaggi, nel Lazio come in Lombardia, restano immobili e anzi sempre più favorevoli alla maggioranza di governo.

Perché a furia di raccontare frottole, alla sinistra non ne riesce più una. E corre persino il rischio di farsi umiliare proprio dai Cinquestelle…