Processo alla cognata di Marcel Jacobs: assolta dall’accusa di evasione

Marcell Jacobs (1)

Assolta a Roma la cognata di Marcel Jacobs, dall’accusa di evasione. Mariella Patricia Daza Conforme, 37 anni, ecuadoriana, sorella della compagna di Marcel Jacobs, sta scontando i domiciliari nella casa del campione olimpico a Roma dopo essere stata arrestata a Milano per una serie di furti.

La donna è stata riconosciuta mentre lunedì pomeriggio si trovava insieme con la sorella al parco di Tor di Quinto. Dopo aver verificato che non aveva alcun permesso i carabinieri di Ponte Milvio sono andati presso l’abitazione di Jacobs dove la cognata è rientrata dopo circa un’ora e per lei è scattato l’arresto. Daza Conforme, in aula, si è difesa dicendo di essere convinta di avere l’autorizzazione ad allontanarsi di casa. Il pm aveva chiesto 5 mesi di reclusione in rito abbreviato nel processo per direttissima.

Jacobs nella foto con la moglie e nel fotofinish dei mondiali di Belgrado

 

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Oro mondiale nei 60 metri indoor: il primo azzurro nella storia a riuscirci

Domenica scorsa, Marcel Jacobs è diventato il primo azzurro a conquistare l’oro ai Mondiali indoor nello sprint. Un risultato ottenuto a Belgrado che incorona il 27enne bresciano delle Fiamme Oro come padrone della velocità mondiale a tutti gli effetti. Superato di un centesimo il primato continentale del britannico Dwain Chambers che resisteva dal 2009 (6.42 a Torino), Jacobs diventa anche il quarto uomo al mondo di ogni epoca dopo Coleman (6.34), Maurice Greene (6.39), Ronnie Baker (6.40) e al pari di Andre Cason (6.41), tutti statunitensi. Festeggia l’oro mondiale indoor ventuno anni dopo il titolo mondiale del suo coach Paolo Camossi che aveva trionfato a Lisbona 2001 nel triplo.

Marcel Jacobs è tornato in pista alla grande

“È una notte magica – le parole del campione olimpico e mondiale Marcell Jacobs – sono venuto qui nelle migliori condizioni, bisogna sempre dimostrare di essere i più forti quando conta e sono orgoglioso di aver conquistato anche questo titolo. Ringrazio tutti gli italiani per il supporto, era veramente importante confermarsi e far capire che Tokyo non è stata un caso, ma il frutto dell’impegno di tanti anni e della dedizione. Ho fatto un gran lavoro anche a livello mentale per riuscire a concentrarmi soltanto su me stesso. Oggi mi sono buttato sul traguardo come non mai. E pensare che i 60 metri non sono nemmeno la mia prova preferita: li ho fatti per migliorare la prima parte di gara, pensando ai 100 metri dell’estate”.